Intervista a Gilberto Landolina di Rigilifi, autore de “Benvenuti a Delfinia”
Gilberto Landolina di Rigilifi è nato a Palermo nel 1980. Tecnico informatico appassionato di scrittura. Lo si ritrova oggi alla terza pubblicazione dopo “Ombre nella notte” e “Progetto D.O.”.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Benvenuti a Delfinia. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Benvenuti a Delfinia è un libro comico che non avrebbe voluto esserlo. Racconta le avventure dell’ex assicuratore Petronio Punti, un uomo ingenuo che, gettando alle ortiche la grigia vita di ogni giorno, decide di trasferirsi sull’isolotto di Delfinia, un sasso emerso dal mare dove sembrano essersi dati appuntamento tutti i vizi ed i malcostumi del sud italia. Un infernale angolo di Paradiso.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nasce dalla lettura, come penso sia naturale un po’ per tutti. Da piccolo leggevo molto, sopratutto i classici del giallo e della fantascienza, così che un giorno mi sono chiesto “Perché non racconto qualcosa anch’io?”. Poi cominciando a scrivere mi resi conto che l’hobby stava diventando qualcosa di più: necessità di condividere con gli altri le mie idee e i miei mondi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Come per tutti i miei romanzi precedenti, la scrittura è stata un raptus. Un mese appena per finirlo, immerso nel caos delle voci e dei rumori del quartiere del mercato nella mia città. Sentire la vita scorrere violenta fuori dalle finestre mi ha fornito il giusto “rumore bianco” per concentrarmi. PC, scrivania comoda e caffè; non mi è servito altro per la prima stesura.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi sono sempre ispirato ad Allan Folsom, un descrittore abile come pochi, ma la verità è che sono cresciuto a pane e K.Dick con dessert di Conan Doyle. Non so cosa sia uscito fuori alla fine, ma di qualunque cosa si tratti credo si possa chiamare “stile personale”,anche se il mio sogno rimane quello di avvicinarmi sempre più alla sofisticata capacità magnetica di Doyle.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Mi piacerebbe una musica Hawaiana, con percussioni leggere e le onde del mare a fare da tappetino: il tutto appena pochi secondi prima di un grido lacerante di Marilyn Manson! Delfinia è questo: un racconto ritmico come le onde, tra la bellezza dell’isola e le schizofrenie di chi la popola. Una storia allucinata non merita un vero e proprio brano, meglio un medley di rumori come nella Dubstep!
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Sole? Mare? Vacanze? Pazzi schizofrenici come se piovesse? Ok, se avete risposto di sì avete bisogno di una pausa. Perché non a Delfinia allora? Il più bel posto orrendo dove passare una vacanza di puro nervosismo empatico! Petronio vi aspetta!