Intervista a Cristina Maria Russo, autrice de “Foto Romanzi”
Cristina Maria Russo, romana di nascita, napoletana d’adozione, nasce biologa, ma intende morire scrittrice. Autrice di racconti e romanzi collettivi, vincitrice di premi letterari, Foto Romanzi è il suo primo romanzo.
Parliamo subito del tuo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È un libro che intreccia storie di un gruppo di donne vissute in un antico palazzo napoletano. Attraverso alcune foto e la narrazione di questi scatti si dipanano le vite di Anna, che vive all’ultimo piano di questo palazzo, e quella di Viviana che ha fotografato e narrato queste donne come se tutte fossero legate da una maledizione. In un’aria da noir, tra mistero e morte, liberazione e rinascita.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Probabilmente nasce con l’amore per la lettura che coltivo da bambina e per l’ esigenza di raccontare storie. Da ragazza scrivo poesie che recito davanti al pubblico del caffè Fassi di Roma, ma è la narrativa che, molti anni dopo, s’impone alle mie esigenze. Nel racconto esprimo la mia essenza e la drammaturgia è una nuova passione…
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
All’inizio erano racconti e personaggi ognuno con la propria storia, successivamente mi è sorta la necessità di collocarli in un mondo comune, così ho disegnato (lo schizzo è presente nel libro) un intero palazzo dove potessero abitare. E all’ ultimo piano ho posizionato le finestre dalle quali Anna, la voce narrante, può osservare le vite di tutti gli altri, ma sarà Viviana a parlare per loro.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho molti autori di riferimento, da Calvino a Saramago, da Tolstoj a Bukowski ma, stando al gioco sul mio libro, potrei dire che mi piacerebbe somigliare alla Allende perché come tratto comune possibile trovo una narrazione densa del sapere popolare ricco di magia e tradizione.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Un concerto per piano. Ad esempio, Sonata al chiaro di luna di Beethoven.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Foto Romanzi, perché ogni scatto è una storia, una vita. Storie di donne, ma non solo, perché dietro ogni donna si muove l’ombra di un uomo.