Intervista a Stefano Carlo Vecoli, autore de “Crescevano Sogni”
“Nel mio sito è scritto: architetto e varia umanità. Ho fatto e sto facendo diverse cose nel percorso della mia vita, questo romanzo ne è un punto centrale. Oltre a scrivere, insegnare, amo dipingere, visitare città nuove, viaggiare, conoscere nuovi autori e anche diversi punti di vista. Mi piace confrontarmi anche con chi non la pensa esattamente come me“. Si presenta così Stefano Carlo Vecoli, autore de Crescevano Sogni.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
La voglia di cambiare il mondo, durante la stagione più tumultuosa e affascinante del nostro passato recente. Il ’68, gli anni Settanta, la grande storia rivista dentro la microstoria. Il Maggio francese e il mercato del Giovedì, le rivolte delle Università americane e i tuffi dal molo. Il Vietnam e le darsene, il liceo e la strategia della tensione, l’amicizia, l’amore , le speranze giovanili.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
La scrittura nasce in me come un gioco serio per raccontare e riflettere sulle esperienze della vita di questi ultimi decenni. Dalla fanciullezza, alla adolescenza fino alla maturità. Racconto storie di formazione, in cui rielaboro i miei anni giovanili e quelli della mia generazione, per comprenderli meglio e riassaporarli.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho scritto questo romanzo in circa due anni. Scrivo nello studio dove dipingo, e a volte leggo, per cui sono immerso in un mio mondo di sogno e di riflessione. Poi spesso le idee vengono anche quando sono in giro per la Versilia, pedalando o passeggiando davanti al mare, con le Apuane in lontananza. La mia pittura è colorata ed onirica, la scrittura direi più intima, riflessiva e descrittiva.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho letto molti autori, italiani e stranieri, di ognuno ho amato lo stile di narrazione, spesso ho indagato sulle loro vite per comprenderli meglio, da H. Hesse ad E. Hemingway, da A. Moravia a I. Calvino, da A. Manzoni a G. Verga. Somigliare? Forse meglio dire che da ogni lettura e autore posso aver imparato qualcosa. A quale libro può assomigliare? forse a I ragazzi della via Pal.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Le musiche di Ennio Morricone sicuramente, in particolare Mission. É una musica che ascolto pure io, a volte, mentre scrivo.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Un romanzo che parla della storia recente dal punto di vista dei soggetti più deboli e non dei politici/giornalisti/storici di professione. Un romanzo scritto con la cura che si ha per i propri ricordi.