Intervista a Lanfranco Schuhmann, autore de "Malatesta" Intervista a Lanfranco Schuhmann, autore de "Malatesta"

Intervista a Lanfranco Schuhmann, autore de “Malatesta”

Malatesta

Lanfranco Schuhmann è nato a Udine nel 1961. Dopo aver conseguito, piuttosto controvoglia, il diploma di perito meccanico, si trasferisce a Milano, dove lavora per alcuni anni presso un paio di aziende multinazionali che poi lascerà al loro destino. Nel 1995 decide che nel 2084 la sua vita si concluderà a New York, davanti a un ultimo Negroni che mai pagherà. In questa intervista ci parla del suo Malatesta

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Malatesta fa Ruggero, di nome. È uno che è se stesso. Ha deciso di vivere fuori da ogni schema, dopo aver imparato come gli schemi vengono creati. Malatesta questi schemi li ha fatti suoi, e li vende al miglior offerente. Malatesta si convince di essere un vincente perché vincenti bisogna essere, in questo mondo, e se ne convince al punto da permettersi il lusso di inventarsi un finale tutto suo.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Uno non scrive se non legge. E non dipinge e non scolpisce se non guarda, se non osserva. Anni spesi a guardare, a spiare, a leggere, e poi ti dici hai fatto mille quadri, ora basta, ora scrivi. Ho cominciato così. Avevo cinquant’anni e qualcosa, mi sono ascoltato e mi sono messo a scrivere. E a scrivere continuo tutt’ora – e a inventare storie vissute da altri, anche, il che mi ribalta.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Scrivere un romanzo ruba pezzi di vita. Serate in solitaria navigando tra le parole, notti spese a limare e rifinire frasi e dialoghi finché le frasi e i dialoghi non sono pronti per essere letti. Su tutto, luci fioche, e sigarette fumate distrattamente.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Bonsoir, monsieur Simenon. Maestro di scrittura. Simenon giocava con le vite di altri, ma ci giocava senza barare, ci giocava alla pari. E in quelle vite ci scavava dentro, in profondità, senza mai ferirle, però. Ci scavava per scoprire cosa ci stesse sotto, e poi grazie e arrivederci, signor giudice, il caso è nelle sue mani.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Riders on the storm, The Doors.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Malatesta siamo noi. Malatesta è chi sa di vivere in un mondo finto cercando di renderlo vero. Aiutalo, se puoi.

Autore: Redazione

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