Intervista a Igor Salomone, autore de “L’eredità spezzata”
Classe 1956, laurea in Filosofia, pedagogista, docente universitario, scrittore, maestro di arti marziali. Igor Salomone ha all’attivo numerose pubblicazioni sull’educazione, passione della sua vita. Dodici anni fa pubblica Con occhi di padre, raccontando la sua esperienza con la figlia disabile. Da quel momento è iniziato il percorso che l’ha portato a scrivere L’eredità spezzata, il suo primo romanzo.
Parliamo subito del tuo libro L’eredita spezzata. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
E’ una saga familiare che attraversa tre generazioni, tra la Milano dell’ultima guerra, i primi anni del ‘900 a New York e i giorni nostri tra la Sicilia e, di nuovo, Milano. E’ una storia di segreti e silenzi, di educazione mancata e di memoria negata che costringe la famiglia Spadario a esodi continui per sfuggire alla misteriosa maledizione che la perseguita.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho iniziato con l’Olivetti 22 di mio padre a 20 anni. Ho pubblicato il mio primo articolo nell’88 e da allora la scrittura ha accompagnato la mia vita professionale e personale. Non scrivo per dire quello che penso, scrivo per pensare. E per raccontare. E per veder comparire idee e storie sullo schermo, prima ancora che spuntino nella mia testa.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Idroscalo, Milano. Una sdraio, un ombrellone, il Mac sulle ginocchia. Davanti, un nugolo di canottieri con il loro tuffare ritmico e potente scandito dal coach. Cieli diversi sopra e colori diversi attorno a me a seconda delle stagioni. Inverno, casa, luci spente, due candele a fianco del portatile, la scrivania davanti alla porta finestra che dà sulle Grigne in dissolvenza all’imbrunire. 2 anni.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
In realtà non so se ho uno stile mio. Ho scritto molto e di molte cose, probabilmente in modo diverso ogni volta. Questo è il mio primo romanzo, dunque se ho uno stile lo capirò se e quando scriverò il secondo. Dunque non posso sapere a chi assomiglio. Però mi piacerebbe assomigliare a chi riesce a scrivere fiction come fosse un saggio o saggi come fossero fiction. Come un Eco o un Kundera.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Chill out. Ma forse è quella che ho usato io per scrivere. Insieme al pianoforte “solo” di qualsiasi genere: classica, jazz, contemporary. Per leggere il romanzo ci vorrebbe una colonna sonora remix. Dai sottofondi di canzoni d’epoca dell’Istituto Luce, al Morricone di C’era una volta in America, dall’inquietudine del Dario Argento di Profondo Rosso, all’atmosfera noir dei film di Hitchcock.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
#lereditàspezzata è la mia storia. Una storia che non conosco, quindi l’ho inventata. Per questo, forse, può parlare alla storia di ognuno.