Intervista a Giovanni Samperisi, autore de "Luce" Intervista a Giovanni Samperisi, autore de "Luce"

Intervista a Giovanni Samperisi, autore de “Luce”

Giovanni Samperisi

Professore di diritto ed economia politica in una scuola superiore, Giovanni Samperisi si definisce “da 61 anni alla ricerca di ciò che sa non troverà. Mai“. Tanto che egli stesso si chiede se ne valga la pena, ma il vizio di errabondare non lo lascia. Cerca pace tra le brezze della sua campagna siciliana che sa ascoltare. Ma a volte parla pure essa e così torna a distrarsi tra i frastuoni per non sentirne i rimproveri. In questa intervista ci parla del suo Luce

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

La fine del tunnel e la conquista di tenui spiragli di luce è l’epilogo di un faticoso percorso di salvezza dal naufragio nell’infernale mare del male. Marco Bassi, dopo un periodo “leggero” e dissoluto della sua vita, scopre il volto vero della natura che è crudele e “matrigna”. Solo il valore del “bene” costituirà l’antidoto efficace contro la disperazione.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Scrivere è una forma di potenziale comunicazione con l’intera umanità. Scrivere è lasciare per sempre memoria di te. E’ dare immortalità all’anima. Come fare altrimenti, quando la gabbia del tuo destino ti stringe entro angusti ambiti esistenziali? Se dovessi trovare un più efficace percorso, lascerò la scrittura per il meglio.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Solitamente il mio tempo minimo per un libro è di almeno un anno. Il primo libro che ho scritto, comunque, ha avuto una gestazione di 10 anni. Cose della mia gioventù. Comanda tutto la famosa “ispirazione” che funziona a corrente alterna nel mio caso. C’è da dire, inoltre, che non scrivo di getto, per cui la creazione di una storia è un paziente lavoro di cesellatura.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Filippo Tofani, autore di “Da qualche parte in Toscana”

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Linguaggio tradizionale, lineare, arricchito da fasi descrittive di paesaggi e caratteri umani. Essendo nato nel 1956 i miei mentori sono stati gli autori del ‘900. Deledda, Verga, Capuana, Silone, Zola mi hanno dato una buona spinta.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Adagio intervallato dalla irruzione di Wagner con le sue valchirie.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Con il mio scrivere, io reco inquietudine e suscito dubbi. Se nella lettura cercate svago ed evasione, state lontani da me.

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su