Intervista a Cinzia Del Bigallo, autrice de “Tu che sussurri alla mia Anima”
Cinzia Del Bigallo, moglie e madre di due figli, lavora come dipendente pubblica presso la Provincia di Pisa. Nasce a Rosignano Marittimo (LI) nel 1965, inaspettatamente, dopo sole ventiquattro settimane di gestazione. In seguito viene trasferita d’urgenza all’ospedale di Livorno e vi rimane per tre mesi. Sposa Massimo Fieri nel 1985 e si trasferisce a Volterra (PI) dove tuttora risiede. In questa intervista ci parla del suo Tu che sussurri alla mia Anima.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il genere del mio romanzo è ampio, ma principalmente è storico, pervaso da fantasiosi elementi narrativi. La storia si snoda in una Sicilia borbonica preunitaria, dove la vita era scandita da regole rigide, onore, dovere, rispetto, sapientemente descritta, così dicono, in maniera suggestiva e affascinante, una storia di vita, d’amore e di speranza.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il mio primo amore, ancora prima di imparare a leggere, sono stati i cavalli. E’ in parte, la passione per questi animali (assieme a una frase che mia madre, siciliana di nascita, mi ripeteva spesso, riferendosi a persone che hanno particolari doni e che le mettono a disposizione spontaneamente, per aiutare gli altri, senza secondi fini), ad avermi dato la spinta per scrivere questo libro.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato tre anni e l’ho scritto prevalentemente di notte, per non rubare il tempo ai miei doveri di moglie e madre. La notte è il momento in cui tutto si ferma, si placa e il tempo scorre lento, riflessivo, era questo di cui avevo bisogno per immaginare le scene che descrivevo, a volte, quando mio marito mi risvegliava dalla mia immaginazione, stentavo a ritrovarmi nel mondo reale.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non ho uno stile prestabilito o ispirato, ho solo l’istinto e d’impulso scrivo cosa in quel momento sento nascermi dentro. Mentre scrivo, vivo ciò che racconto, piango, rido, sospiro, è così che mi lego alla storia e lei si lega a me. Per l’analogia del periodo borbonico, il mio libro sa un po’ di Gattopardo, ma poi è tutt’altra storia.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
“Nelle tue mani” di Andrea Bocelli.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ho scritto con la speranza che dalla lettura del mio libro scaturisca, in chi legge, un breve momento di riflessione su come ognuno di noi vuole vivere la propria vita, perché questa è un dono non richiesto, come, dove e con chi, è una scelta.