Intervista a Arian Percallo, autrice de "Un sogno chiamato libertà" Intervista a Arian Percallo, autrice de "Un sogno chiamato libertà"

Intervista a Arian Percallo, autrice de “Un sogno chiamato libertà”

Un sogno chiamato libertà

Arian Percallo vive a Castenedolo (BS) dove lavora come addetta in una gastronomia. Da sempre impegnata nel volontariato, oltre alla passione per la scrittura, nutre grande interesse per il teatro, partecipando attivamente a spettacoli e workshop. Ha all’attivo il romanzo Un cuore sconosciuto (PoetiKanten Edizioni) e vari riconoscimenti in premi letterari. In questa intervista ci parla del suo Un sogno chiamato libertà

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Si tratta di un’antologia composta da tre racconti uniti dall’univoco messaggio: il potere salvifico dei sogni. Il primo racconto fiabesco narra le vicende di un fiore infelice che avrà il coraggio di sperare; il secondo, realista, ha per protagonista un ragazzo nigeriano che lascia la propria terra per inseguire la libertà; nel terzo le vicende orbitano attorno a un uomo che deve fare i conti col passato.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Tutto è nato un po’ per gioco. Ho iniziato scrivendo dei piccolissimi racconti da condividere con le amiche, in seguito, nella mia mente e nel mio cuore si sono fatte spazio storie più complesse. All’inizio le ho ignorate, pensando di non essere in grado di narrarle, ma erano tanto grandi e potenti che non ho più potuto contenerle.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho ultimato questo lavoro circa tre anni fa. Ho iniziato la stesura nella primavera del 2015 e l’ho conclusa in autunno. Amo scrivere di giorno, specialmente al mattino, quando la mente è lucida e il corpo ha tutta l’energia che necessita per affrontare la giornata. Mentre scrivo, mi prendo molte pause: osservo il paesaggio dalla finestra lasciandomi incantare dalle piante e dagli uccelli.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

In passato ho amato molto Paulo Coelho, e penso che la sua scrittura mi abbia molto influenzata, sia per i temi trattati, sia per lo stile. Inoltre, mi piace molto lo stile crudo e drammatico della Mazzantini, ed è quello che ho cercato di riproporre nel secondo e nel terzo racconto.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Consiglierei le due canzoni che mi hanno fatto da colonna sonora durante la stesura: “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo” di Ligabue e “Sogna ragazzo sogna” di Vecchioni. Quest’ultima, in particolare, ha avuto un ruolo importantissimo, così ho chiesto di riportare alcuni versi sulle prime pagine del volume.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggete, leggete e leggete! Leggere significa sognare, emozionarsi, estraneasri, vivere altre vite. Al mondo non esiste altro che possa offrirvi tante sensazioni tutte insieme.

Autore: Redazione

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