Intervista a Tommaso Merlo, autore de "Egoina" Intervista a Tommaso Merlo, autore de "Egoina"

Intervista a Tommaso Merlo, autore de “Egoina”

Sono nato nel giugno del 1973 ed ho una figlia, dopo gli studi universitari ho lavorato in Africa, Medio Oriente, Asia Centrale ed Est Europa. Da tutte le mie missioni sono sempre tornato con la convinzione di aver più ricevuto che dato e che l’unica “categoria” che ha senso é quella dell’essere umano. Dal 2014 mi dedico alla scrittura e all’esplorazione del mondo della creatività“. Si presenta così Tommaso Merlo, autore de Egoina

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Egoina é ambientato in Ligueria oggi, racconta la storia di un giovane ereditiero cocainomane che sguazza nell’oro fino a perdere se stesso e che grazie al fallimento economico della sua famiglia – costretto a scappare e ripartire da zero – ritrova la strada per una vita degna di essere vissuta, per la felicità.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

E’ cresciuto piano piano fino a travolgermi in età matura, a 38 anni. Non credo alle categorie e non mi interessano le maschere, nemmeno quella da scrittore. Mi interessa esprimere la mia arte e quindi me stesso scrivendo che é molto diverso. Trovare chi apprezza i miei libri é la ciliegina.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Ho trovato rifugio in un borgo medievale sulle alpi liguri vista mare, in pochi metri quadri, tra pareti di sasso e cinguettii degli uccelli e profumi di aranci e cieli espressivi, spendo mesi seduto al mio tavolo di legno a creare. In solitudine e pace.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Roberto Venturini - L'anno che a Roma fu due volte Natale

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Scrivere, per me, é un viaggio interiore. Lo scrittore quindi non ha scelta che essere autentico, essere se stesso. Lettere e parole e trame sono solo la parte finale dell’opera, la forma. Per questo ispirarsi ad altri non ha senso, siamo persone uniche e l’arte ha senso solo se genuina.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Fats Domino.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Scrivere é come dipingere, é arte. Gli artisti sono le persone davvero in prima linea a questo mondo, i veri pionieri.

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su