Intervista a Stefano Galardini autore de “Il tempo dentro di noi”
Stefano Galardini nasce a Genova nel 1985, dove vive, studia e lavora fino al 2017, anno in cui si trasferisce a Monza, con la sua compagna, Patrizia, la sua collezione di dischi in vinile e un gatto monocolo di nome Nicky. Nella vita reale, lavora come operatore socio sanitario. “Il tempo dentro di noi” è il suo romanzo d’esordio.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È un romanzo di narrativa che racconta le vite parallele di Luca e Lidia che, legati da un’amicizia particolare, quella tra uomo e donna, nata tra i banchi di scuola da una semplice passione comune, li accompagnerà per tutta la vita. E della vita parla, soprattutto, questo libro, dei grandi, piccoli momenti in cui ognuno può riconoscersi, del tempo che passa, di ricordi e rimpianti.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Diciamo che se qualcuno non me lo avesse fatto notare, io non ci avrei fatto caso! Ho sempre scritto, per me stesso, senza mai pensare sul serio di poter interessare un pubblico di lettori.
Poi un amico, anni fa, leggendo quello che scrivevo e complimentandosi, mi ha fatto la domanda che io non mi ero mai posto: “Perché non provi a scrivere, sul serio?” Già, perché no? Da lì è cominciato tutto.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
La stanza spoglia di chi non ha ancora finito di arredare casa. Il tavolo della cucina spostato nello “studio” con sopra soltanto un computer, una stampante, un posacenere e tante tazze di caffè. Fogli sparsi, appunti, penne e matite. Fuori dalla finestra (la persiana si apre solo a metà), si vede un angolino di Mar Ligure, lontanissimo, tra i palazzi. 4 pagine al giorno, 8 mesi il tempo totale.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Sicuramente Kent Haruf per lo stile, John E. Williams, per i temi “bassi” e quotidiani, in cui ognuno si può (o almeno quello è l’intento) ritrovare. Mi fermo qui perché mi sono già dato troppe arie!
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
All Apologies dei Nirvana gioca un ruolo fondamentale all’interno della trama, nelle vite dei due protagonisti. Quindi direi, per un’ideale playlist, pezzi grundge e rock anni ’80 – ’90 (tra parentesi, mi sono divertito a creare un songbook capitolo per capitolo sulla mia pagina Facebook).
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Saluti e abbracci a tutti e 300.000… Con la speranza di aver incuriosito anche soltanto uno di voi, perché sarebbe davvero una bella vittoria!