Intervista a Simone Ceccarelli, autore de “Lo strano colloquio”
Simone Ceccarelli nasce a cittadina di Bagno a Ripoli, nel 1983, alle porte di Firenze. Nel 2003 viene sedotto e coinvolto da un sentimento irresistibile verso la psicoanalisi. Autodidatta, trova nella scrittura la valvola di sfogo creativo. Nel 2013 pubblica il libro “La parola silenziosa”. Nel 2014 pubblica il secondo libro “Le parole e il gesto inaspettato”.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Lo strano colloquio. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si svolge all’interno di una libreria fiorentina dove i due protagonisti, incontrandosi per casualità, avviano un colloquio, un dialogo attraverso il quale mettono in risalto il valore e l’importanza della parola. In che modo accade? La donna inizia a raccontarsi e a far emergere tutto il suo vissuto più profondo rimasto fino a quel momento seppellito nell’oscurità della sua mente.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Non è proprio l’amore verso la scrittura. Scrivo perché la narrazione mi libera dal peso delle parole che nella quotidianità abbiamo timore di dire. Spesso i miei libri sono violenti in quanto nascono tutti quanti dalle mie sofferenze, dai miei malesseri, dalle mie ossessioni, dalle mie tensioni psichiche. Scrivo con passione e voglio che i miei libri lasciano un segno sconvolgendo i lettori.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Questo libro è stato scritto nei momenti di malessere, di sofferenza in cui la disperazione mi conduceva in un vuoto interiore. La scrittura mi è stata utile, mi ha salvato tante volte da una crisi nervosa. Molte volte quando narro ascolto la musica classica e assieme a lei mi lascio trascinare nella perdita della coscienza, nella mancanza di un desiderio, nella bellezza delle parole.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
La mia scrittura è legata innanzitutto alla lettura perché per scrivere bisogna leggere e rileggere più volte altri libri, altri concetti. Da lì poi si può cominciare a narrare i propri pensieri. Non ho un unico modello di scrittore dal quale traggo ispirazione. Adoro leggere Freud, Kafka, Dostoevskij, ecc.. Più di ogni altro apprezzo Freud in quanto è il fautore della psicoanalisi.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Una bellissima colonna sonora che spesso ascolto durante le mie letture è Sean Sean di Ennio Morricone. Mi rilassano particolarmente i violini in sottofondo e la bellissima voce della fanciulla… Quindi consiglierei quella.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Il fallimento non è una perdita, una caduta o una mancanza bensì un’esperienza da provare e un’opportunità dalla quale ripartire.