Intervista a Satyakama Carpinelli, autore de “Mantra di Paperoga”
Satyakama Carpinelli, pianista, compositore, fumettista, scultore, poeta, è nato ad Arpaia (BN) nel 1982. Conseguita, nel 2011, la laurea specialistica in Filologia Moderna presso l’università Federico II di Napoli, di recente sta tenendo un ciclo di concerti-conferenze allo scopo di far conoscere la propria musica e di spiegare la sua complessa concezione dell’arte. In questa intervista ci parla del suo Mantra di Paperoga.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Si tratta di una raccolta di “inni sacri politeisti”. Per lo più sonetti ispirati a varie figure del pantheon indù, ma non mancano “collegamenti” sincretici ad altre mitologie (in particolare ellenica, egizia, azteca).
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Da sempre sono appassionato di scrittura (e di lettura), tant’è che mi sono specializzato in filologia!
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ecco diciamo che, cercando di mettere in ogni componimento il peso di una intera biblioteca, posso certamente dire che sono lentissimo a scrivere; ma lo sono programmaticamente, perché a dire il vero la letteratura “di consumo” non mi ha mai interessato granché.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Shakespeare è lo scrittore che più invidio in assoluto. Ma dovendo paragonare lo stile del mio libro a quello di un altro autore, direi Edoardo Sanguineti.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sono un musicista di professione: non potrei che scegliere la mia, di musica!
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
v’è un solo giove-geova, ed è uno shiva-
evio d’un’evidenza paleolitica
uno jahwèh danzante in massa critica
con logica smaterializzativa.
l’arabo ribosoma lo trascriva,
con la sua semiminima semitica
semeioticamente semi-mitica.