Intervista a Rossano Murgia, autore de “Il Generale”
Rossano Murgia, classe ’61, di Cagliari, attualmente disoccupato, è uno scrittore soprattutto per passione, ma gli piacerebbe molto farlo come professione.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il Generale non è un generale militare. È un essere umano che combatte per ritrovare se stesso. Lo scrittore si racconta con frasi che non hanno nessun collegamento con le precedenti e con le successive. Non è una autobiografia propriamente detta però si scorge il suo profilo umano. La sua sagoma si riflette e desidera che anche gli altri siano Generali della propria vita per viverla nella pienezza.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono del 1961. Single. Ex campione di Karate. Disoccupato. Sopravvivo. La mia passione per la scrittura esplode nel 1984 per un attentato alla mia auto incendiata sotto i miei occhi per invidia lavorativa e per una pesante contestuale sconfitta d’amore con conseguente esaurimento conclamato. Grazie alle matite, penne e quadernoni sfogo la rabbia scrivendo di getto. Scrivere è per me terapeutico.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Quando scrivo non mi rendo conto del tempo che passa. Forse ho impiegato mesi. Ho scritto il Generale nei posti più incredibili, sempre con la penna: in auto di notte con le candele, nei bar, nei ristoranti, nelle spiagge, in cucina ad ogni ora del giorno e della notte. Senza un filo logico, senza una trama, senza una tabella di marcia da seguire. Sono libero e libero è anche il mio stile.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ho solo la terza media, ho una cultura di vita ma non ho preparazione letteraria. Non ho proprio idea a chi potrei somigliare. Mi dicono che il mio stile non esiste e che sono proprio fuori da ogni gioco linguistico e letterario.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Consiglierei di leggerlo a voce alta, senza musica, in riva al mare con il sottofondo delle onde che si infrangono sulle rocce.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se sei abituato ai lettori famosi io non faccio per te, ignorami! Se vuoi uscire dagli schemi: LEGGIMI. Aiutami a realizzare i miei sogni.