Intervista a Raffaella Legname, autrice de “TREDICI RACCONTI”
‘Romana de Roma’, città che ama tantissimo, Raffaella Legname è nata nel 1974, e dopo il liceo classico ha lavorato come pubblicista e vignettista in alcuni giornali locali. Ex redattrice in una rivista web dedicata alle donne, ama scrivere fin da piccola ed è appassionata di danze caraibiche; adora…il mare, l’estate, ridere e far ridere, tutte cose di cui spesso parla nei suoi racconti. Come accade anche nella raccolta Tredici racconti.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
TREDICI RACCONTI è una raccolta di storie che ho scritto nel corso della mia vita, a partire da quando avevo 17 anni. Ho descritto vari tipi di donne e mi sono divertita a raccontarle parlandone in prima persona attingendo ad esperienze personali o a farle raccontare da un punto di vista maschile sulla base di ciò che spesso gli amici mi dicono sulle donne (Non sempre commenti positivi, eh!?).
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Da quando, avrò avuto si e no 10 anni, andavo alla Standa di Roma con mia mamma e restavo affascinata dal reparto libreria: amavo leggere ma ammiravo ancor di più chi aveva scritto ciò che avrei letto. Il mio primo libro, comperato proprio là, è stato Piccole Donne di Louise May Alcott. Letto in tre giorni appena. Una folgorazione. Forse proprio per questo ora mi piace raccontare le donne.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Per scrivere ciascun racconto da tre ore a un giorno intero con intervalli di anni tra l’uno e l’altro. Quando però mi sono decisa a pubblicarlo sono andata a cercare i fogli dattiloscritti dei primi racconti e li ho copiati al pc. Uno dopo l’altro. Ore seduta davanti a uno schermo. Dolori che neanche Rocky Balboa dopo un incontro. Ma ce l’avevo fatta. TREDICI RACCONTI era pronto!
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi piacerebbe somigliare a Camilleri perché è siciliano come mio padre e come lui mi racconta storie di un passato e di una terra in cui mi sarebbe piaciuto vivere; a Faletti per come è riuscito a stupirmi in tutti i suoi libri; a Grazia Deledda perché è una donna che ce l’ha fatta anche senza aver studiato; a Sveva Casati Modignani per le storie che fanno sognare.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sono stata adolescente a metà degli anni 80 e quindi Madonna, Michael Jackson,Whitney Houston, i Queen, i Roxette, gli Spandau Ballet, tutti artisti che con le loro canzoni mi hanno ispirato interi momenti descritti nei miei racconti. Da adulta che ama il ballo oggi continuo a scegliere loro, insieme ai cantanti di Salsa (Marc Anthony) e Bachata (Romeo Santos, Prince Royce e Juan Luis Guerra).
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Il mio motto: la felicità è un volo libero verso ciò che ci fa indossare il nostro sorriso migliore. Siate felici, sorridete di voi stessi e di ciò che avete. O perlomeno provateci.