Intervista a Onofrio Pagone, autore de "Io non ho sbagliato" Intervista a Onofrio Pagone, autore de "Io non ho sbagliato"

Intervista a Onofrio Pagone, autore de “Io non ho sbagliato”

Onofrio Pagone (Bari, 1960), giornalista iscritto all’Ordine già a vent’anni. Nel ’98 gli è stato conferito al Quirinale il Premio Saint Vincent di Giornalismo per la cronaca. Ha lavorato per varie testate; per quindici anni cronista per l’Agenzia ANSA, dal 2000 è alla Gazzetta del Mezzogiorno con incarichi di vertice. Nel 2010 ha pubblicato la raccolta di racconti “Per un giorno” (Progedit). 

Parliamo subito del tuo ultimo libro, Io non ho sbagliato (Giraldi Editore). Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È un romanzo sociale: la storia, narrata in prima persona, di una ragazza romena di 17 anni che scopre di essere incinta e vuole tenere questo figlio, a dispetto del volere del fidanzatino e del padre. Perciò fugge clandestinamente dalla Romania e raggiunge la madre, che fa la badante in Italia. Ma qui il figlio le viene tolto su disposizione del tribunale. Così comincia il suo riscatto di madre.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Sono un giornalista: scrivere è il mio lavoro. Di più: è la mia passione, perché io danzo con le parole, ingaggio con loro un corpo a corpo quotidiano e vincono sempre loro. Io mi faccio guidare dalle parole, mi affido alle parole per spiegarmi la vita e sciogliere ogni nodo esistenziale. La parola (lo faccio dire alla protagonista del romanzo) ci rende liberi.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Il romanzo nasce da una storia vera. Io ho conosciuto personalmente la protagonista: l’ho intervistata per il mio giornale e quella sera ho avuto difficoltà a scrivere come non mai. La sua storia mi aveva turbato; infatti si è annidata dentro di me, si è sedimentata. Così ho deciso di farne un romanzo, fondendo quella storia con altri episodi diversi, anche del mio vissuto.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Tutti noi siamo cresciuti con “I promessi sposi”. Siccome siamo stati costretti a leggerlo, questo libro alla fine lo odiamo. Io in verità ne sono rimasto affascinato: ho amato e amo Manzoni narratore e scrittore. Sono geniali le sue descrizioni; da lui si impara la caratterizzazione dei personaggi. Manzoni racconta la vita vera: questo è fondamentale.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Io racconto la storia di una maternità negata. È una storia intima, profonda. Come tappeto musicale può andar bene Chopin, un Notturno, ma anche il piano di Sakamoto, o la tromba di Paolo Fresu. Dipende dal momento.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

“Io non ho sbagliato” perché chi ama non sbaglia. Mai. E solo chi crede nei sogni vede i sogni avverarsi: perciò bisogna sognare. Sempre.

Autore: Redazione

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