Intervista a Massimiliano Venturini autore de “La rivoluzione di Arturo”
Classe 1971, ravennate, una laurea in Economia e Commercio conseguita all’Università di Bologna ed un impiego in banca, Massimiliano Venturini vede il proprio esordio letterario nel 2007, con “La mappa“. Il 2012 è l’anno de “Il ritorno degli Dei”, il 2013 de “Per interposta persona – il ritorno del Passatore“; nel 2015 pubblica “Il settimo stratagemma” mentre 2016 è l’anno del suo ultimo romanzo “La rivoluzione di Arturo – umilissimo tributo a John Fante”.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Licenziamento, raccomandazioni e un matrimonio che fallisce con conseguente stallo emotivo ed esistenziale, la ricerca del sé tramite i consensi altrui, o meglio tramite quello che la società impone e che molto spesso accettiamo. Le avventure di Arturo in lotta contro il sistema per salvare il rapporto con il figlio, si svolgono in chiave comico grottesca fino ad un epilogo inaspettato.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
All’età di dodici anni ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo, che non ho mai ultimato e giace in qualche cassetto della mansarda. Poi a più di trent’anni, ormai accanito ed onnivoro lettore, ho iniziato, quasi per scherzo, a scrivere il mio primo romanzo, ispirato alla letteratura di viaggio sopratutto di Chatwin. E non mi sono più fermato.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
In realtà ho fatto abbastanza presto, per la prima stesura ci ho messo circa quattro mesi. Era una storia che avevo in testa ma non riuscivo a tradurla in romanzo compiuto. Il casuale incontro, avvenuto in libreria, con John Fante e il suo Arturo Bandini è stato come una rivelazione, regalandomi la storia che in poco più di una estate, periodo dell’anno per me molto prolifico, ha trovato vita.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Umilissimo tributo a John Fante è il sottotitolo del libro. L’ispirazione alle avventure di Arturo Bandini è dichiarata, John Fante e Charles Bukowski sono stati, almeno per questo libro, la mia stella polare.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sicuramente qualche pezzo di Ligabue e Vasco Rossi.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Con questo mio romanzo, ambientato volutamente in una città senza nome perché ritengo sia una storia italiana universale, affronto tematiche sociali importanti ma con un taglio grottesco, cerco quindi di sdrammatizzare i fatti con approccio positivo.