Intervista a Leonardo Cappellini, autore de “E la vita non ha saputo fare di meglio”
“Mi chiamo Leonardo Cappellini, vivo in un paesino di campagna vicino a Firenze. Ho 18 anni e frequento l’ITE Severi di San Giovanni V.no, dove studio Finanza e Marketing. Vivo ancora con la mia famiglia e coltivo la mia passione per la scrittura continuamente: scrivo per alleviare il mio dolore, ma anche per migliorare l’animo dei miei lettori.” Si presenta così l’autore de E la vita non ha saputo fare di meglio.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il mio primo libro è una raccolta di 36 poesie, in rima e non, che parlano indirettamente dei miei stati d’animo in dei giorni cupi, in dei giorni dove ero io il mio peggior nemico. Si susseguono le poesie, ma alla fine il messaggio è uno: credere, credere sempre in qualcosa. Perché nel libro è l’unica via d’uscita.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il mio amore per la scrittura è nato quando frequentavo la prima media, nel piccolo paese dove sono nato. Mi sentivo diverso, e per questo venivo spesso emarginato. E’ stato questo a farmi avvicinare a quello che è tuttora il mio artista preferito: Charles Bukowski. Macinavo libri su libri, era il mio unico sfogo. Così mi sono detto: perché non tentare di esternare anche io ciò che sento? Ed eccomi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Il lavoro per questo libro è durato svariati mesi, difficile dirne una quantità. La maggior parte sono state scritte sui banchi di scuola: mentre gli altri non vedevano l’ora che finisse l’ora, io a volte avrei voluto averne ancora per tanto. A volte, naturalmente. L’altra minoranza alla sera, davanti al camino acceso, battendo sulla macchina da scrivere che mi ha lasciato in eredità mio nonno.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Sicuramente sono molto attaccato al mio vecchio amico Charles, ma crescendo ho conosciuti altri artisti, come Hemingway o Fante. Sicuramente, mi vedo come uno di quegli scrittori categorizzati come dannati. Non so perché, ma mi motiva anche più a scrivere.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sicuramente la canzone Hurt di Johnny Cash, e quando finisce quella magari So Far Away degli Avenged Sevenfold. Sono canzoni che mi hanno accompagnato per tutta l’adolescenza.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Lettori e lettrici, ho finalmente avuto l’opportunità di entrare a far parte di questa famiglia. Spero voi siate contenti quanto lo sono io, Novità in arrivo!