Intervista a Isabella Pojavis, autrice de “Il giglio dai capelli rossi”
Dopo essere nata in Italia, aver vissuto in diversi paesi e aver fatto lavori diversi, Isabella Pojavis al momento vive in Spagna in compagnia di suo marito e delle sue due bimbe. Sognatrice e ottimista, da due anni scrive su un blog di racconti in cui ogni racconto parte da due parole suggerite da un lettore. È autrice de “Il giardino – 101 miniracconti”, una collezione di racconti.
Parliamo subito del tuo ultimo libro, Il giglio dai capelli rossi. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“Il giglio” è un racconto lungo a metà tra la realtà e la fantasia. È un cammino individuale, un percorso fatto da incontri che avvengono tra un protagonista e una donna “misteriosa” che porta un giglio tra i capelli. Chi sia questa donna o cosa celino questi incontri ogni lettore lo scoprirà solo alla fine. Un viaggio…verso noi stessi.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Tutto nasce in un caffè davanti a un cappuccino e a un taccuino nero. Le parole iniziano a scriversi da sole: la mia anima ha bisogno di respirare. Iniziata la prima pagina…non sono riuscita più a smettere! Dopo anni di percorsi diversi e intensi, la scrittura è diventata la mia porta sul mondo, il mio specchio, ma anche un viaggio intergalattico da cui non voglio tornare!
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Un giorno stralunata ho preso in mano una penna e l’ho lasciata scorrere su un taccuino. L’inchiostro sporcava il foglio e le parole si accumulavano tra le pagine a righe. Ero seduta in un bar, e siccome la penna mi teneva attaccata alla carta, decisi di tornarci anche il giorno dopo e quello dopo. In una settimana avevo vissuto “Il giglio” fino alla sua inevitabile fine.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Sono cresciuta a pane e Piccolo Principe…Che altro aggiungere? “Il giglio” per me viene e porta lì anche se da un’angolazione e da una prospettiva diversa…più personale, credo, e meno “generale” di quella che si ritrova in Antoine de Saint-Exupéry. Diciamo che la rosa…si è trasformata in giglio.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Quella che ho citato come canzone nel libro prima dell’introduzione. Si intitola “L’uragano” ed è una canzone di Andrius Pojavis (mio marito) non ancora online che parla di un saluto a una persona che non c’e’ più…proprio come il libro dedicato a mia zia e alle sue scarpe.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se amate camminare scalzi e credete che anche solo una rosa sia importante…amerete leggere “Il giglio”: vi aiuterà a non perdere la vostra bussola! Buona lettura!