Intervista a Grazia Licari autore de “Ritorno”
Grazia Licari lavora da circa trent’anni come video maker/editor a Milano, usa la scrittura come strumento tecnico di lavoro. La raccolta di racconti brevi, accompagnati da immagini dell’artista Linda Cornelius; “Ritorno” è il suo primo libro. Legge con moltissimo piacere libri scelti con meticolosità, o totale avventatezza.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È una raccolta di racconti brevi il cui filo conduttore è il corpo.
Tutti i protagonisti dei sette racconti sono colti in un momento di fragilità, o di scoperta e coscienza di sé, che provoca manifestazioni nel corpo, sia negative che positive. Ogni racconto è anticipato da un’immagine, (da dipinti dell’artista Linda Cornelius) che “accoglie” la storia cui è associata, senza intento didascalico.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Credo d’essere una buona lettrice, non in senso quantitativo però. Lavoro come video maker, la scrittura anticipa e accompagna molte fasi di questa attività come transito ad altre (soggetto, script, sceneggiatura e finalmente realizzazione in video) ma finora non avevo mai pensato che il mio scrivere potesse vivere di per sé stesso. L’amica Linda Cornelius ha innescato la scrittura di “Ritorno”.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Non ho mai tenuto un diario ma un discorso percepito da vicini di ristorante, un episodio di cui sono stata testimone, un fatto curioso raccontato da altri mi spingono a prendere nota dell’accaduto e mettere l’appunto in un “forziere”.
E quando Linda mi provoca chiedendomi cosa voglio fare veramente nella vita e io rispondo di getto “Raccontare storie” il libro si è scritto quasi da solo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Una lettrice generosa ha detto che i miei racconti le ricordavano Scerbanenco per lo stile ruvido. Uno dei miei scrittori più amati è L. F. Céline, pari merito J. L. Borges continuando con i paragoni acrobatici, entrambi per motivi diversi inarrivabili.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Ciascuno dei sette racconti meriterebbe la propria colonna sonora. E il racconto intitolato “Piccola meraviglia” non potrebbe evitare il brano “Little wonder” di David Bowie, anche se è stato solo uno stimolo.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Per i libri come per le passioni non è l’abbondanza che conta ma la scintilla di verità che vi possiamo riconoscere.