Intervista a GIAMPAOLO MANCA, autore de “LE COSE CHE SONO NELL’ARIA”
Giampaolo Manca è nato e vive a Cagliari. Avvocato civilista dal 1995. In qualità di magistrato onorario dal 1999 al 2011 ha esercitato le funzioni di giudice civile e penale. Ha scritto per le riviste giuridiche del Sole24Ore e si è occupato di formazione forense. Nel 2014 ha pubblicato il romanzo IL VOLO. Dal 2016 è direttore scientifico del festival della Storia di Iglesias. Nell’intervista che segue ci parla del suo LE COSE CHE SONO NELL’ARIA.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Un giudice si reca in uno sperduto paese per scrivere la sua ultima sentenza prima di lasciare la magistratura. Lo affigge un tormento profondo perché il fatto che è chiamato a decidere è simile a quello che ha vissuto in gioventù. La tentazione aberrante di vendicare una morte rimasta senza colpevoli si scontrerà con la vita e le storie dei personaggi che incontrerà nel borgo. Romanzo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Esercito la professione di avvocato e per 12 anni ho fatto il giudice onorario. Ho sempre scritto, fin da bambino; è stato un dono naturale che ho sempre coltivato, prima nella poesia poi nella prosa. I riconoscimenti nei premi letterari e gli studi classici hanno alimentato questa mia passione diventata una vera e propria terapia.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Circa due anni. L’ho scritto nei ritagli di tempi, recandomi in più occasioni in un antico borgo che mi ha ospitato nella vecchia casa dei miei nonni, dove avevo trascorso parte dell’infanzia e delle vacanze estive. La casa era chiusa da diversi anni, semi abbandonata. La mia presenza, gli incontri con gli abitanti e il camino sempre acceso le hanno ridato vita stimolando la mia fantasia di autore.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Tra gli scrittori del ‘900 Cesare Pavese è sempre stato il modello al quale mi sono ispirato. Le sue poesie e la sua prosa mi hanno sempre affascinato. Mi ritrovo nello stile curato e sottile, intimo, descrittivo delle cose, dei luoghi e delle persone. Un po’ le stesse cose che ritrovo nel mio romanzo e che idealmente richiama “La casa in campagna” del grande scrittore.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Empy dal film “Come te nessuno mai” (Colonna sonora di Paolo Buonvino 1999).
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
“Avevo in mente un sogno da raccontanti, non aprire ancora gli occhi… ascolta, e poi scartati, sii il tuo regalo”