Intervista a Fabio Rosati, autore de "Eran solo canzonette" Intervista a Fabio Rosati, autore de "Eran solo canzonette"

Intervista a Fabio Rosati, autore de “Eran solo canzonette”

Fabio Rosati Eran Solo Canzonette

Fabio Rosati nasce nel 1962 a San Giovanni Valdarno e, dopo aver trascorso la propria infanzia a Chianciano Terme, si trasferisce a Terni dove consegue un diploma di maturità tecnica e svolge vari lavori. Attualmente si occupa di promozione di eventi. “Eran solo canzonette” rappresenta il suo esordio editoriale.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Si tratta di una raccolta di 24 racconti ispirati ad altrettante famose canzoni di cantautori italiani. Si va da “Albachiara” a “Via del Campo”, da “Certe Notti” a “Generale”, passando per “Il Carrozzone” e “Piazza Grande”. Storie semplici di vita quotidiana, d’amore e d’amicizia per ripercorrere, sul filo della memoria e della nostalgia, oltre 30 anni di storia e di costume del nostro Paese.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

La passione per la lettura e per la scrittura mi accompagna sin dalla mia infanzia, al pari di quella per la musica e per tutto ciò che ruota intorno al mondo dello spettacolo. Fino a quattro anni fa non mi ero mai cimentato nella stesura di un libro, forse perché la ritenevo un’impresa troppo ardua per le mie capacità o forse perché non avevo le idee abbastanza chiare su cosa scrivere.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

L’idea del libro è nata quasi per caso, grazie ad alcuni CD che avevo sulla mia scrivania. Partendo dal testo della canzone o semplicemente dal suo titolo, ho provato ad immaginare storie, situazioni e personaggi rappresentativi del nostro passato e del nostro presente. Il libro l’ho scritto in circa nove mesi, utilizzando il tempo libero a mia disposizione, nel silenzio della mia camera.

LEGGI ANCHE:  Intervista a Roberto Venturini - L'anno che a Roma fu due volte Natale

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Tra i miei autori preferiti c’è, sicuramente, Andea Vitali, che apprezzo per la sua straordinaria capacità di descrivere, con minuziosità, storie e personaggi comuni legati alla piccola realtà della provincia italiana. Per quanto riguarda il connubio tra letteratura e musica mi vengono in mente le opere di Nick Hornby “Tutta un’altra musica” e “Alta fedeltà”.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Trattandosi di un libro ispirato ai brani dei cantautori italiani, l’ideale sarebbe prepararsi una playlist delle 24 canzoni che danno il titolo ai racconti ed ascoltarle durante la lettura. In alternativa può andare benissimo un sottofondo del proprio cantautore preferito, possibilmente del periodo che va dagli anni settanta ai novanta.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

In realtà non “Eran solo canzonette”, ma amori, ricordi, lacrime, sorrisi e nostalgia. Se ami la musica italiana questo libro ti piacerà.

Autore: Redazione

Condividi Questo Post Su