Intervista a Emilia Capasso, autrice de “Gallery”
Emilia Capasso è docente di lingua inglese presso le scuole superiori della provincia di Torino. Scrive per amore, per passione e perché una parte di sé ancora crede che il mondo possa diventare un posto migliore. Nell’intervista che segue ci parla del suo Gallery.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Trattasi di un thriller psicologico che ha per protagonista una ragazza di 15 anni, Axel Rose, timida, riservata, ma molto profonda e sensibile, che si ritrova ad affrontare la malvagità di alcuni suoi coetanei sostenuta da una misteriosa amica virtuale, Gallery, e una misteriosa figura femminile a metà tra un fantasma e uno spirito del male.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il mio amore per la scrittura nasce in seguito alla morte di mia madre avvenuta nel 1999. Avevo bisogno di esternare questo dolore, così cominciai a scrivere dei pensieri, delle brevi poesie. In seguito essa è diventata un’amica fedele, il modo migliore che conosca per esprimere i miei sentimenti e le mie idee. Sento dentro come se fossi un vulcano acceso. Ogni tanto deve eruttare.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato tre anni circa. È cominciato tutto nel gennaio 2014. Ascoltavo “The Gallery” dei Muse, un brano strumentale abbastanza angosciante quando così mi è apparsa Axel Rose. Ogni volta che scrivevo mettevo su questo pezzo e le parole sgorgavano come l’acqua corrente di un fiume. All’inizio scrivevo a raffica, poi è stato necessario ordinare il tutto in maniera razionale.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non voglio somigliare a nessuno. Il mio libro credo sia originale nella storia e nel contenuto. Di certo mi hanno influenzato molti autori che hanno tentato di spiegare l’assurdità del male da William Golding a Shakespeare.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Di certo The Gallery dei Muse.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari amici, se avete voglia di leggere un thriller che vi lasci anche spunti di riflessione su voi stessi, leggete “Gallery”!