Intervista a Chiara Miryam Novelli, autrice de “L’assonometria del Caso”
Di Firenze, restauratrice di dipinto su tela e tavola, pittrice e, oggi, poeta e scrittrice. Chiara Miryam Novelli ha pubblicato due sillogi poetiche: “Paradisi Fragili” e “Il cerchio occidentale”. Due raccolte di racconti: ” La precisione dell’ acqua” e “25 piccole storie perverse” e, ora, il romanzo L’assonometria del Caso, di cui ci parla nell’intervista che vi proponiamo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
È un romanzo psicologico, a tratti giallo e svi -FI, certamente noir. Ci sono tre uomini che perdono la loro identità, ma hanno in comune lo stesso nome. Se nel nome c’è un destino, i loro si intrecciano assieme a quello di un commissario in pensione e ai suoi tre casi irrisolti, di tre donne, più una…
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Una passione vissuta nel silenzio della lettura per molti anni che poi è diventata il trovare le mie parole, i miei suoni poetici, i miei suoni della sintassi della prosa nel racconto e, ora, la grande sifonia del romanzo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato un anno e mezzo dove, in vari momenti od orari, i personaggi di questo romanzo hanno bussato alla mia porta.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Agota Kristof ha oggi la prosa che più amo, la potenza della sua asciuttezza. La amo per difetto, la mia prosa è invece molto morbida, ma entrambe abbiamo inquietudini irrisolte, che si riversano nei nostri scritti.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Il mio romanzo vive una stretta contemporaneità, ma sentirei in sottofondo volentieri la musica di un’opera del ‘600, l’Orfeo di Claudio Monteverdi.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Sperimentare sempre, nello stile, nei generi e nelle tematiche narrativa come, per scrivere meglio, diventa importante sperimentare altre arti. Siete d’ accordo?