Intervista ad Arianna Nese, autrice de “Ci Vediamo All’Inferno”
Arianna Nese, nata a Vallo Della Lucania nel 2001, abita in provincia di Salerno. Ama scrivere e leggere, parla molto e difende, nel suo piccolo, i diritti di chi è definito “diverso”. Nell’intervista che segue ci parla del suo Ci vediamo All’Inferno.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Mattia ha 16 anni ed è un autolesionista con un disturbo borderline. A scuola fa il bullo mentre, nel piccolo della sua camera, vorrebbe soltanto scomparire. Un gruppo virtuale di sconosciuti è l’unico contatto “vero” che ha. Lì hanno tutti un nickname, nessuno si conosce davvero. Ma “Tiax”, questo il suo nick, scoprirà proprio grazie a loro cos’è la vita reale tra problemi, delusioni ed emozioni.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ero molto impaziente di imparare a leggere e scrivere già dalla scuola materna, guardando mio fratello maggiore che già sapeva farlo. Un amico di famiglia, prima del mio secondo anno di asilo, mi insegnò delle piccole cose e mi fece appassionare sempre di più. Da quando ho imparato a scrivere la mia fantasia si è sbizzarrita e l’ho trasferita su un foglio, creando cose che neanche mi aspettavo.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Ho impiegato circa tre mesi a scriverlo. Iniziai il lavoro verso metà febbraio 2016, dopo aver conosciuto meglio “Tiax”, per concluderlo verso maggio. Lo scrivevo in classe. Tra i compagni che facevano casino ed i prof che cercavano di spiegare qualcosa. La trascrizione al pc avveniva in casa, tra una parola e l’altra con mia madre che mi dava consigli e i dolcetti di mia nonna come “pausa”.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Dicono che il mio libro assomigli molto a “Tredici” di Jay Asher, per gli argomenti trattati. Io non mi sento particolarmente somigliante a qualche scrittore, ma aspiro a diventare una piccola J.K. Rowling, perché di fantasia ne ho molta. Del passato invece ammiro molto Oscar Wilde, ogni cosa che scrive è affascinante.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Questa domanda è abbastanza semplice. Proprio all’inizio del libro ho scritto una piccola “Playlist di Tiax”, contenenti le canzoni che lui ascoltava e mi consigliava di ascoltare. Il genere è il rap e tra gli artisti si trovano Nitro, Salmo, Gemitaiz ed altri. Tutti molto bravi e canzoni molto significative, legate al libro.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se conoscete una persona in difficoltà, abbracciatela. Fatela sentire al sicuro. Ne abbiamo tutti bisogno. I rimproveri non servono a nulla.