Intervista a Alfio Di Battista, autore de “Svendita sogni per fine attività”
Alfio Cataldo Di Battista è un private banker con la passione per l’economia, la politica e la letteratura. Nasce ad Avignon in Francia da genitori abruzzesi. Vive a Capistrello in provincia de L’Aquila. “Svendita sogni per fine attività” è il suo secondo romanzo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
La storia narra di tre amici di vecchia data alle prese con la campagna elettorale. Aldo e Marco sono candidati alle elezioni ma improvvisamente Aldo sparisce. Marco, segretario del Partito Democratico, chiede aiuto a Valter per capire cosa sia successo. Cosa c’entra il Partito Democratico in tutto questo? I due restano coinvolti in un gioco di specchi che mette in discussione le loro certezze.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Certe storie si scrivono per raccontare qualcosa, altre si scrivono alla ricerca di qualcosa. Credo di appartenere di più alla seconda categoria. Scrivere non è solo raccontare ma è ricerca interiore. A volte accade che i personaggi si ribellino all’autore andandosene ognuno per i fatti propri e allora non resta che seguirli cercando di appropriarsi della loro vite per farne una storia.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
La storia narrata nel mio libro scaturisce dall’idea di rappresentare le paure e le speranze di una generazione per certi versi irrisolta. Avevo iniziato a scriverla qualche anno fa, poi era rimasta incompleta e chiusa nel classico cassetto. Un’intensa esperienza politica vissuta sulla pelle mi ha fornito gli elementi che mancavano per completarla e nel giro di un anno ho terminato di scriverla.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Mi piacerebbe avere il dono della scrittura magica di Gabriel Garcia Marquez e la capacità di Stephen King nel creare le atmosfere di suspense. Vere e proprie scariche di adrenalina che alimentano quella tensione emotiva che fa restare il lettore incollato alle pagine di un libro.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La sigla della serie House of cards.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Per avere fiducia serve grande credibilità, se non ce l’hai, ma trovi lo stesso chi ha fede in te, o sei Dio, oppure uno che paga molto bene. Se scrivi storie e non ti chiami Stephen King ma nonostante ciò qualcuno ti legge, allora hai una speranza.