Intervista a Ugo Rampazzo, autore de “La scuola della notte”
Ugo Rampazzo è nato nel 1955 a Padova, città dove vive. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Venezia. Imprenditore, filmaker e regista nel campo della pubblicità, ha lavorato per noti marchi di fama internazionale. È un creativo poliedrico, appassionato di scienze umanistiche, in particolare di storia, archeologia e antropologia, interessi che ispirano i suoi lavori letterari.
Parliamo subito del tuo ultimo libro La scuola della notte. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
E’ un breve romanzo storico che introduce la figura di John Florio, uno scrittore elisabettiano di origini italiane che molti ritengono il vero autore delle opere di Shakespeare. La sua indagine sulla misteriosa morte di Kit Marlowe ci rivela l’ambiente e la personalità del grande Bardo e alcune delle curiose circostanze che legano l’opera di Shakespeare all’Italia e agli italiani.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho lavorato per molti anni scrivendo testi per filmati e pubblicazioni pubblicitarie, affinando con il mestiere le mie capacità espressive. La mia passione per la letteratura e il generale scadimento della nostra società, prima ancora che della produzione letteraria, mi ha spinto a cimentarmi come scrittore.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Solo tre mesi per la prima stesura, ma oltre un anno per le correzioni e l’editing. Il lavoro di documentazione e di studio invece, va avanti da molti anni e non è ancora terminato. Sono in contatto con molti specialisti della materia e ho raccolto materiale per altri romanzi sulla straordinaria figura di John Florio. Ci sono molte analogie tra il nostro tempo e quello in cui è vissuto…
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Adoro Shakespeare, ma ho moltissimi riferimenti più vicini al nostro tempo. Mi piace lo stile asciutto di Hemingway e la capacità introspettiva di Proust, la fantasia di Poe e la musicalità di Baudelaire che me lo ha fatto scoprire, ma la scrittura è fatta più da reminiscenze che da intenzioni. L’importante è il risultato.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Le variazioni Goldberg di Bach eseguite da Glenn Gould.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Credo che conoscere John Florio ci renda meno estraneo ed evanescente Shakespeare. Non è per caso che diciassette delle trentasei plays contenute nei First Folio siano ambientate in Italia, cinque delle quali in Veneto, tre in Sicilia e due a Roma.