Intervista a Simonetta Ronco, autrice de “Février e un caso di coscienza”
Simonetta Ronco, docente universitaria genovese e giornalista, è autrice di biografie storiche, romanzi e racconti. Ha redatto anche tre lavori teatrali. Appassionata di ricerca storica ama contestualizzare i suoi romanzi in periodi particolarmente affascinanti del passato, soprattutto nella Belle époque. Ha dato vita al personaggio dell’investigatore pianista Audemars Février.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il romanzo è il terzo della serie che ho dedicato al pianista investigatore Audemars Février. I primi due sono Ritorno a Blessy e Février e l’enigma degli uccelli. Si tratta di un musicista di fama internazionale che, anche grazie ai suoi concerti in giro per il mondo, è coinvolto in situazioni spesso pericolose e contribuisce con la sua sensibilità e il suo intuito alle indagini della polizia.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivere è sempre stata la mia passione. Da ragazza scrivevo storie inventate che non ho mai pubblicato, poi grazie alle collaborazioni sulla pagina della Cultura del Secolo XIX sono venuta in contatto con alcune case editrici che mi hanno chiesto biografie storiche e poi romanzi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
In genere sono abbastanza veloce nello scrivere. Mi piace lavorare nelle primissime ore del mattino, quando è ancora tutto immerso nel silenzio. Spesso scrivo di getto, senza pianificare le vicende, sono i personaggi che guidano me. Nel caso di romanzi gialli però è necessario avere un progetto che comprenda i punti fondamentali della narrazione e cioè chi è il colpevole e perché lo ha fatto.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Quanto ai romanzi sentimentali non trovo nessuno scrittore al quale accostarmi: pur se sempre molto di atmosfera e ben articolati sono molto lontani dai romanzi fiume dell’Ottocento, e da quelli realisti del Novecento. Per i gialli invece mi sento vicina ad Agatha Christie e forse ancor più a S.S. Van Dine, l’autore di Philo Vance.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Février si muove nel periodo tra le due guerre mondiali. Ed è un grande pianista. Quindi suggerirei un sottofondo di musica classica (Listz in particolare è il suo compositore preferito) oppure il jazz.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
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