Intervista a Riccardo Dri, autore de “Dallo Speculum alle Aenigmate”
Laureato in filosofia, allievo dei più importanti filosofi italiani, dopo una cospicua produzione letteraria da cinque anni Riccardo Dri ora si dedica alla psicanalisi. A questo si devono testi di critica epistemologica e di psichiatria (come “Viaggio nella follia“, “Schizophrenia“, “L’autismo è un umanismo“, “Speculum“, ecc.
È membro dell’Associazione psicoanalitica europea. Alcuni volumi esauriti sono in ristampa.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca
Speculum (ma il titolo intero è più complesso e viene da molto lontano) è un testo filosofico e il cui tema è la femminilità. È articolato in 325 voci bibliografiche, 746 note, 362 pagine. Si avvale della documentazione più prestigiosa in letteratura (Freud, Jung, Nadia Fusini, Ruth Padel, e numerosissimi altri). È un testo da prendere molto sul serio.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
La mia scrittura nasce da dove qualunque scrittura deve nascere: dalla conoscenza. Si può scrivere ciò che non si conosce? Ma Wittgenstein dice che “di ciò di cui non si può parlare non si deve tacere” e anche Agostino (non ut diceretur, sed ne taceretur …). Dunque?
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Immaginavo 2-3 annetti. Invece sono riuscito a concluderlo prima del previsto, un anno. D’altra parte avevo già raccolto da parecchio tutto il materiale occorrente: l’impegno maggiore è stato il dover tradurre tutti i testi stranieri, che ho riprodotto nelle parti più salienti. Per esempio i testi americani, che arrivano in Italia con il contagocce, o addirittura mai.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Domanda difficilissima, a cui non mi è possibile rispondere. Ma se la domanda fosse, più o meno, quali autori ami di più (e che ti hanno influenzato di più) risponderei Platone e Nietzsche.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sicuramente un preludio di Chopin, quello in mi minore.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
I libri italiani di maggior valore hanno un grande successo all’estero. Nel Paese che ha visto i loro natali invece sono ignorati. Vi siete mai chiesti perché? Pensateci bene …