Intervista a Paolo Negro, autore de “Il nemico che gioca con i nomi”
Giornalista professionista da 26 anni, Paolo Negro ha lavorato a La Stampa, Repubblica, Il giornale, poi è stato Responsabile Mass media del Medal Plaza Olimpiadi 2006 e della Cerimonia di chiusura della Paralimpiadi. Autore di cinque romanzi (alcuni tradotti all’estero) e di un libro sul mercato dei diritti tv (Filmgate) allegato de facto al processo che ha portato alla condanna di Berlusconi.
Parliamo subito del tuo ultimo libro Il nemico che gioca con i nomi. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
E’ un thriller che guarda all’Isis… Tutto inizia con il rimpatrio della salma di un imprenditore italiano suicidatosi a New York. Peccato che nella documentazione inviata a John Demichelis, il funzionario che deve riaccompagnare la salma in Italia, sia stato allegato per errore un file della Farnesina che spiega che alla stessa ora dello stesso giorno, è morto anche il fratello della vittima…
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Semplicemente è il mio mestiere scrivere. Trent’anni di giornalismo professionistico (La Stampa, La Repubblica, Il giornale e via dicendo), sei libri alle spalle (romanzi e libri-inchiesta), alcuni tradotti all’estero. Tutto semplicemente qui.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Prima di scrivere, bisogna studiare. E io iniziai a studiare quando, per caso, capitai a Rosazza, nel Biellese. Questo paese – che ha un ruolo importante nel libro – mi affascinò talmente (per me è la Rhennes le chateau italiana) che il giorno dopo quella gita affittai per sei mesi una casa a Rosazza. Motivo? Ricostruirne la storia, gli avvenimenti. Totale per scrivere il libro: circa 14 mesi.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Tra Umberto Eco e Dan Brown, passando per un attimo dall’umanità e ironia di Guareschi. Per quanto riguarda il libro, onestamente non lo so.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Direi che come colonna sonora andrebbe benissimo In un’altra vita di Ludovico Einaudi o Giorni dispari, sempre di L.Einaudi.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Il nemico che gioca con i nomi non è solo un thriller. E’ un invito. A ragionare sempre con la propria testa a non fermarsi mai alle apparenze.