Intervista a Paola Rocco autore de “La carezza del ragno”
Nata a Roma, Paola Rocco da alcuni anni vive a Padova; ha lavorato per molti anni come giornalista e attualmente collabora a un blog letterario per gli amanti dei gialli.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca
‘La carezza del ragno‘ è un giallo che si svolge a Roma nel 1956. Protagonisti, il commissario Giovanni Leoncavallo, pronipote del compositore, e il suo freddoloso vice Palermitano Riccardo Lobello.
Entrambi sono alle prese con un’indagine relativa alla morte della giovane principessa Francesca Bentivoglio, unica erede di un’antica famiglia ora però caduta in disgrazia, che precipita da un abbaino.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Ho sempre amato leggere e scrivere, i libri hanno rappresentato e rappresentano per me una specie di vascello volante di Capitan Uncino, un modo per volare fuori e dentro la realtà. Ho iniziato a scrivere da piccolissima, per gioco, e dopo averne fatto un mestiere (ho lavorato per molti anni come giornalista) ho deciso di provare a scrivere delle storie di mia invenzione.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Per scrivere ‘La carezza del ragno’ ho impiegato circa un anno e mezzo. Il problema principale è stato quello di trovare la necessaria tranquillità e poi quello di eliminare le scene inutili o fuorvianti: un giallo è un meccanismo preciso, tutto deve incastrarsi alla perfezione se si vuole che alla fine la soluzione appaia logica e conseguente. Ho quindi ‘tagliato’ davvero senza pietà.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ah, di modelli ne ho tanti, e nel mio libro li cito anche, tra le righe, in una sorta di gioco con i lettori. Fruttero e Lucentini, ad esempio, ma anche Tomasi di Lampedusa, e poi la grandissima Margareth Atwood, la Christie, naturalmente, il Gadda del ‘Pasticciaccio’, Moravia dei ‘Racconti romani’… Mary McCarthy, anche, inarrivabile… sono davvero tanti.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sicuramente ‘Se ti tagliassero a pezzetti‘ di Fabrizio De Andrè, un brano meraviglioso che viene anche ricordato, sebbene non direttamente, da uno dei personaggi. A volte penso che il mio libro sia una specie di pop up di questa canzone, ne scaturisca come una sorta di proiezione tridimensionale.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari amanti dei gialli e dei romanzi, vi consiglio ‘La carezza del ragno’ perché spero d’esser riuscita a fare entrambe le cose: un giallo avvincente con una trama solida e un romanzo dai personaggi fascinosi e complessi. Datemi il vostro parere!