Intervista a Maurizio Foddai, autore de “Un testimone pericoloso”
Nato a Torino, architetto, Maurizio Foddai in gioventù ha anche recitato in teatro per una decina d’anni. Ha una moglie, una figlia, due gatte e un cane. Quando ha tempo, ama correre e giocare a tennis tavolo. Adora molto la musica e il cinema. Da entrambe le cose trae spunti per raccontare le sue storie, come dai dettagli della vita di tutti i giorni.
Parliamo subito del tuo ultimo libro Un testimone pericoloso. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Un testimone pericoloso è un thriller. Racconta la storia di un uomo ordinario, che ha perso la passione per il proprio lavoro e vorrebbe cambiare. All’improvviso, un fatto inaspettato gli offre l’occasione tanto attesa di trasformare la propria vita, ma ben presto lui si trova trascinato in un intreccio di eventi che non riesce più governare e che lo mettono in pericolo.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Mi è sempre piaciuto raccontare storie, fin da quando ero ragazzo. E non ho mai smesso. Solo negli ultimi tempi sono arrivato alla pubblicazione. Oltre a questo, ho pubblicato altri due romanzi e due racconti, ho scritto una commedia per il teatro e ho un paio di romanzi in attesa di vedere la luce.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Sono uno scrittore lento. Un testimone pericoloso è arrivato alla fine in meno di un anno, piuttosto in fretta per i miei ritmi. Siccome viaggio tutti i giorni per spostarmi da casa al lavoro, il treno è il luogo dove riesco a essere maggiormente produttivo. Scrivo prima a penna su un taccuino, poi ricopio tutto al computer e incomincio a mettere ordine.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Non saprei. Sono tantissimi gli autori che, in un modo o nell’altro, mi hanno influenzato. Siccome mi muovo prevalentemente nel genere thriller, forse Stephen King è l’autore contemporaneo che mi coinvolge di più, proprio per lo stile. Ma qualcuno ha detto che il mio romanzo ricorda anche Patricia Highsmith. Se proprio devo dire a chi vorrei somigliare, un nome su tutti: George Simenon.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Nei miei libri in genere ci sono molti riferimenti musicali, che spaziano dalla musica classica, al jazz, al rock anni settanta. Per quanto riguarda Un testimone pericoloso, l’editore ha addirittura inserito una playlist su Spotify, fatta con i brani che cito nel romanzo.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Se si crede di poter fare qualcosa, non bisogna mai mollare. E conoscere i propri limiti aiuta a misurare meglio anche i propri pregi.