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Intervista a Luigi Guicciardi, autore de “Nessun posto per nascondersi”

Luigi GuicciardiCritico letterario, docente di Lettere al liceo, modenese, Luigi Guicciardi ha creato il commissario Cataldo, poliziotto al centro di una serie di mystery (alcuni tradotti anche in tedesco e in inglese), precisamente cinque per PIEMME, sei per HOBBY&WORK, uno per LCF EDIZIONI e quattro per CORDERO, Genova.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

È un mystery, ambientato nel mondo del calcio modenese. Appena finito il campionato di calcio di serie B, viene torturato e ucciso il medico sociale della Modenese. L’indagine, affidata al commissario Cataldo si presenta subito difficile per assenza di indizi e di moventi; si complica ancor più al ritrovamento, due giorni dopo, del cadavere del brasiliano Valdir, bomber della squadra…

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Nasce dall’amore per la lettura. Durante un periodo, anni fa, in cui mi imbattevo regolarmente in gialli che non mi soddisfacevano, m’è venuta voglia di passare da lettore a scrittore, cercando di scrivere da me storie che non trovavo scritte da altri. Così è nato il commissario Cataldo, a cui ho attribuito una parte di me, mentre in parte l’ho reso molto diverso.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Direi un anno, anche perché, essendo stato per tanto tempo un insegnante di liceo, ho mutuato di necessità dalla mia professione il metodo di lavoro, che consiste nel raccogliere spunti e idee per la trama nel corso dei nove mesi dell’anno scolastico, rinviando la stesura effettiva del romanzo nei mesi estivi, gli unici disponibili per una scrittura senza soluzione di continuità.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Mi piacciono molto Simenon, Durrenmatt, Hemingway, poi Connelly, Nesbo e Winslow (tra i contemporanei) e, tra gli italiani, Sciascia, Fenoglio e Scerbanenco. Non tutti giallisti, come si vede. Sono tutti inimitabili, naturalmente, ma può essere che abbia qualche piccolissimo debito nei confronti di tutti loro…

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

A scelta, due colonne sonore (proprio di film!) ugualmente adatte, seppur molto diverse: “Profondo rosso” dei Goblin, o la colonna di Maurice Jarre per “L’attimo fuggente” di Peter Weir.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Mi auguro che leggiate il mio ultimo giallo, ma soprattutto che leggiate, che è una cosa bellissima.

Autore: Redazione

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