Intervista a Lucia Ponte, autrice de “Diario di un fallimento adottivo annunciato”
Il mio nome è Lucia Ponte, insegnante per trentacinque anni nella scuola primaria, ora in pensione. Sono vissuta sempre nel mio paese dove mi sono pure sposata anni fa. Ho rispetto per tutto ciò che mi circonda.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca
È un racconto diario che tratta di un’ esperienza adottiva dolorosa, drammatica e fallimentare, frutto di inganni e menzogne. Nel libro sono narrate le vicende dei protagonisti con minuziosità e sincerità. In esso non mancano citazioni di avvenimenti sociali, culturali e storici Esso vuole essere anche un incitamento alle donne a parlare qualora ci siano problemi .
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Sono un’ insegnante di scuola primaria amante della scrittura verso cui la sottoscritta ha avuto piacere di esprimersi. La lettura è stata anche una delle mie passioni.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
A scrivere il libro ho impiegato quattro mesi, a correggerlo un anno. Il libro l’ ho scritto nello studio, con sottofondo musica di radio tre. Ho lavorato quasi sempre di notte , a rivederlo anche di giorno. L’ atmosfera non era certo piacevole, ripercorrevo anni di dolore vivo, ancor di più nelle correzioni, quando dovevo rileggere il tutto alla ricerca di errori.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Lo stile, più che altro, è giornalistico, immediato, coinvolgente, volto a colpire il lettore e non ad annoiarlo. Gli scrittori del passato sono tanti: italiani e stranieri, non saprei a chi paragonarmi, non sono così pretenziosa. Ho amato e letto tanti autori del Novecento, ma ora sono attratta anche dai più attuali, che nelle loro opere rispecchiano la società odierna.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Come colonna sonora sceglierei la canzone di Mina :’ Quand’ero piccola’, comunque una colonna adatta al tema, non certo allegra .
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Cari lettori leggete il libro, vi servirà a valorizzare ancor più i vostri affetti familiari. Vedrete nella lettura come, di fronte ad ostacoli e difficoltà, la protagonista cerca di venirne fuori ed apprezzare ciò che la vita le riserva ancora.