Intervista a Lia Lo Bue, autrice de “La stanza dei ricordi”
Lia Lo Bue, classe 1963, è nata ad Agrigento e lì risiede, insegnando inglese in un liceo. Dopo la maturità classica si iscrive in lingue moderne a Palermo, per laurearsi nel 1986. Un’ altra laurea nel 2007 in lingue e culture moderne. È mamma e moglie, operatrice shiatsu e reiki. Ama meditare, cucinare e coltivare il suo pezzetto di terra. Ha pubblicato 5 sillogi poetiche e 2 romanzi.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
“La stanza dei ricordi” non può essere facilmente collocata in un genere ben preciso. È la storia, apparentemente autobiografica, di una professoressa che, assieme a due bidelli della propria scuola, si reca nella vecchia casa in cui il padre ha trascorso l’infanzia. Scattano foto che richiamano il passato, incubi e sogni rivissuti oltre che premonizioni del futuro…
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Nasce da bambina quando leggevo di tutto. Diventa scrittura e non solo progetto di scrittura con i miei alunni sfidati a reading poetici con argomenti stranissimi, nasce concretamente con due laboratori di scrittura con Beatrice Monroy. Da qui nascono le mie poesie e 2 romanzi.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
È stato scritto in fasi diverse: i vari episodi sull’onda dell’ euforia seguita al primo laboratorio, quando la magia della penna creatrice e dell’ alchimia che dava vita e senso alle mie parole mi aveva davvero affascinata. Ero entrata nel mondo della scrittura. Finiti i racconti ho poi dovuto legarli insieme in modo coerente e quindi l’ espediente del “pellegrinaggio” nella vecchia casa.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Qualcuno dopo aver letto”La stanza dei ricordi” ha parlato di realismo magico e in effetti Murakami, Allende e anche Coelho sono gli autori che mi hanno molto ispirata e da cui credo di essere stata influenzata.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Sicuramente Einaudi o Enya per la magia della loro musica.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Il mio romanzo ha un pregio: fa ridere e fa piangere; fa riflettere sulla vita e la mostra anche nella sua buffa assurdità. C’è la vita, c’è la morte,c’è tanta autoironia e soprattutto l’amore che sconfigge tutto: anche la morte…