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Intervista a Giorgio Molinari, autore de “La notte sbagliata”

La notte sbagliata giorgio molinariGiorgio Molinari nato a Roma il 22 maggio 1953; attualmente pensionato.
Autore di tre libri: il 2010 è l’anno di “Batti e corri, notte di orrore a Villa Ada“; nel 2012 pubblica “Fratelli Cani” e nel 2015 per la Innuendo Edizioni “La notte sbagliata“. 

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Giallo. Complicata caccia al serial killer che uccide due vittime alla volta: lascia che una guardi mentre tortura e uccide l’altra, quindi uccide anche la prima. Alla difficile investigazione due commissari che in passato sono venuti in conflitto. Ma la loro professionalità li spingerà a mettere da parte contrasti e rancori.

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Amore per la scrittura che nasce dal grande amore per la lettura e per il cinema. Fin da bambino volevo vedere i film due volte per capire come funzionava, non avevo idea del montaggio e che un film prima di tutto deve essere scritto. Mi sono diplomato in Sceneggiatura presso la scuola romana TRACCE.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Poco meno di un anno. La fase di documentazione è stata lunga. Mi sono rivolto a una psicologa adolescenziale perché due dei protagonisti sono adolescenti o almeno lo sono all’inizio della storia. Mi sono anche rivolto ad una criminologa esperta di criminal profile per cercare di capire i modus operandi dei serial killer e sulle tecniche di detection.
Come sottofondo, quando scrivo Morricon e Mark Knopfler accompagnano i miei pensieri.

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Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Sicuramente gli scrittori americani: Winslow, Lansdale, Leonard, Crumley.
Mi piace uno stile secco, sincopato. Per me le descrizioni devono essere ridotte al minimo, lasciare che il lettore faccia uno sforzo di immaginazione.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Nel libro si fa riferimento al concerto “The Wall” tenuto a Berlino nel luglio 1990 e ad un disco di Neil Young “Harvest“. Quindi…

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggete e diffondete la lettura. Leggere apre la mente. È il modo migliore per passare il tempo. Scrivere, credo, è una conseguenza della lettura. Scrivere vi costringe a studiare ed è sempre una buona cosa studiare.

Autore: Redazione

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