Intervista a Gianni Sutera, autore de “Il Viaggio (nella terra di nessuno dove tutto è niente)”
Gianni Sutera è scrittore e poeta e altro. Da sempre interessato a tutto ciò che è arte. Esprime quest’ultima attraverso diverse e molteplici forme.
Parliamo subito del tuo ultimo libro Il Viaggio (nella terra di nessuno dove tutto è niente). Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
E’ la notte che spinge l’autore a creare i suoi racconti e quando arriva il giorno la storia trova la sua strada. E’ un viaggio in cui il lettore incontra personaggi che popolano la terra di Sicilia. Ci porta per mano nelle vie strette e sghembe, nei patio, all’ombra delle chiese maestose e barocche, nell’aria resa calda dal sole, nelle piazze ombrate dalle palme, davanti ad antichi, nobili palazzi.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Mi considero l’ultimo vagabondo. Il personaggio principale dei miei scritti di viaggio è Giovanni (cioè io) che, stanco di vivere in un buco di paese siciliano, dove la vita scorre sempre uguale a se stessa, si mette in viaggio, non per le strade di una sola nazione, ma del mondo, alla ricerca di qualcosa di più. Dalla piccola stazione del mio paese quanti uomini meschini ho visto partire in cerca…
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Scrivo di notte. Di notte scrivo poesie, riflessioni, appunti, immagazzino immagini, suoni, voci e rumori che hanno, in questi momenti magici, un significato diverso. Di notte tutto sembra diverso, come ovattato. Ovattato come i passi dei monaci nei conventi. Di notte sento un senso di misticismo…
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Verga e la sua terra, del Sud. Io e la mia terra, la Sicilia: una terra questa, dove i cantastorie hanno riempito le piazze, dei vari paesi, di ballate in cui i protagonisti erano paladini e saraceni in un eterno duello, ma anche gente povera, ma anche orgogliosa e affamata di tutto…
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
‘Vagabondo’ di Nicola di Bari: “Quando la gente dorme scendo giù maglione sulle spalle nella notte blu Nel cuore una chitarra Nella mente cose strane E sul mio volto un po’ d’ingenuità…”
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Da soli o in compagnia sedetevi su quel sedile di pietra, in fondo al viale, e ascoltate. Solamente e semplicemente ascoltate le parole del vento. Saprà, il vento, indicarvi la strada.