Intervista a Gianni Marcantoni, autore de “Orario di visita”
Gianni Marcantoni nasce a S. Benedetto del Tronto (AP) nel dicembre del 1975, e vive a Cupra Marittima. È laureato in Giurisprudenza ed ha un impiego. Nell’intervista che segue ci parla del suo Orario di visita.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Il mio è un libro di poesie. Sono versi liberi che nascono dalla profondità dell’animo umano, direi viscerale, che dialoga con il lettore dei temi dell’esistenza, della morte, della solitudine, dell’inquietudine, dell’amore o dell’amicizia. Vi entra tutto ciò che siamo, gli interrogativi della vita che molte volte ci poniamo, il suo significato, che sempre cerchiamo di trovare.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Il mio amore per la scrittura nasce nel 1991, da quando avevo quindici anni, e da quando ho iniziato, non ho più smesso. Per circa diciassette anni non ho mai pubblicato, per timore, forse per riservatezza. Poi ho preso coraggio, ed iniziai attraverso alcuni siti internet, fino a pubblicare il mio primo libro nel 2011. Ora passo alla quinta pubblicazione, sempre di poesie.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Questo libro è nato in un anno. Mentre finivo di correggere il precedente lavoro, stavo già scrivendo il nuovo materiale. La necessità di comporre versi è sempre presente in me, con più o meno assiduità. Scrivo nel mio studio a casa, quando riesco a trovare un po’ di calma e di pace. Si avvertono i momenti in cui dentro di te c’è qualcosa che deve nascere, ed è una sensazione di grande vitalità.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Le sensazioni dell’animo umano, della esistenza dell’uomo, può a volte farti sentire vicino a certi scrittori o poeti. Ma poi ognuno ha il proprio stile, dettato dalla propria personalità e dalla propria visione del mondo. Non è possibile penso parlare di ispirazione pensando ad uno scrittore, perché l’ispirazione la devi trovare solo dentro te stesso, è estremamente personale ed individuale.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Amo moltissimo ascoltare musica, spesso mi capita di avere scritto alcuni versi con un sottofondo musicale, perché in certi casi ti accompagna, e non ti fa stare da solo. Può essere sia una musica a tratti graffiante, come a volte sono i miei versi, o anche più intimista e calma. Comunque profonda ed evocativa, rock alternativo direi che vada bene.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Vorrei dire di leggere molta poesia. Spesso si ha un pregiudizio sbagliato sulla poesia, pensando che sia per pochi, ma non è assolutamente così. Ci sono poeti fantastici, che scrivono cose meravigliose, assolutamente da cercare e da conoscere.