Intervista a Fulvio Frezza, autore de “Vento nel Vento” dieci anni di Lucio e Giulio
Fulvio Frezza vive, ormai da diversi anni, non da solo in una non piccola casa di una non grande città non del norditalia. Pur essendo ultimamente migliorato continua a suonare il pianoforte tanto spesso e tanto male da doversi scegliere una casa grande e isolata per non incorrere nelle ire dei vicini. Coltiva anche altre passioni, non tutte divulgabili. Se non altro perché sono…troppe!
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Vento nel Vento (edizioni Florestano – Bari) è il racconto di una separazione, la fine di una storia d’amore, anomala, fra due artisti geniali e riservati come pochi: Lucio Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol. Un amore, ovviamente artistico, che ha donato a tutti noi decine di capolavori di musica e poesia. E’ anche il racconto di dieci anni speciali per l’Italia e il Mondo intero: gli anni Settanta.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Scrivo da una quindicina di anni, prima ho sempre soltanto immaginato. Nasce tutto dalla Musica e dalla voglia di raccontarla in maniera diversa, o di scrivere racconti che avessero una certa musicalità. Una scelta estetica prima ancora che etica che mi permette di raccontarmi fingendo di raccontare altro.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Scrivo di solito molto velocemente, soprattutto per mantenere unità stilistica. A questo libro ho dedicato un paio di mesi. Il lavoro di documentazione è durato qualcosa meno. Racconto alcune canzoni scritte dai due protagonisti, una per ogni disco fatto insieme, mettendole in rapporto anche con alcuni capolavori classici con cui ho trovato affinità particolari e con il loro mondo interiore.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Ecco, le affinità, come mi è successo nel raccontare quelle della musica di Battisti, sono spesso difficili da decifrare e non così immediate da comprendere. Io penso di avere delle affinità con la scrittura insieme ironica e nostalgica di un autore che ho molto amato: Raymond Chandler.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Nel mio caso la risposta è elementare: la colonna sonora è tutta scritta e raccontata in “Vento nel Vento”. Oltre le canzoni di Lucio Battisti che cito, per ogni anno dal 1969 al 1979 ho riportato una personalissima scelta di tre dischi imperdibili fra i tanti capolavori di anni particolarmente felici e prolifici in campo musicale.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ricordatevi sempre di leggere, darete a tutti noi una ragione per continuare a scrivere. Se poi leggete libri che come il mio raccontano la Musica servitevene come colonna sonora delle vostre giornate. Non ve ne pentirete.