Intervista a Francesco De Luca, autore di "Karma Hostel" Intervista a Francesco De Luca, autore di "Karma Hostel"

Intervista a Francesco De Luca, autore di “Karma Hostel”

Francesco De Luca, classe ’79,  nasce a Roma da famiglia partenopea. Comincia a scrivere i primi versi durante il periodo universitario. Si laurea in Scienze della Comunicazione presso “La Sapienza” nel 2004. Deluso e sconfortato dalla situazione generale italiana, nel 2005 decide di trasferirsi in Cina dove studia mandarino all’Università di Lingua e Cultura di Pechino. Qui rimane quasi un decennio affascinato dalla decadenza della società comunista capitalista contemporanea in contrapposizione al mondo romantico e cattolico delle sue origini. 

Nel periodo 2011-2014  lavora come giornalista, scrivendo per Cosmopolitan, Outside Magazine, Traveller e Coastal Life Mag, sull’isola tropicale di Hainan, di fronte al Vietnam. Proprio là fonda Chinasurfreport, il primo webmagazine cinese dedicato interamente alla promozione del surfing e della cultura surfistica in Cina, stringendo rapporti d’amicizia con John Severson (RIP), Jim Loomis e molti altri veterani dell’ambito in questione. 

De Luca è anche musicista, interprete e promotore dei rapporti culturali tra Italia e Cina, grazie alla sua attività d’interpretariato per il Ministero degli Interni, il Tribunale di Roma e l’Associazione Sviluppo Italia Cina. E, ancora, traduttore dall’inglese di Jim Loomis e dal cinese dei poeti HaiZi e GuCheng, e autore di Anomalie (Terre Sommerse, 2016) e di Karma Hostel, libro che conosceremo meglio in questa intervista. Insomma, Francesco De Luca non si è fatto e non si fa mancare nulla! Attualmente vive tra Roma e Anzio.

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

Karma Hostel è un libro sui generis.”Un romanzo selvaggio e irregolare. Senza regole” (Andrea Cotti). Racconta alcune avventure della mia vita, durante gli anni cinesi. Ho infatti trascorso circa 10 anni in Cina, dalla tropicale Hainan, al grigiume pechinese, dai monti taoistici del Sichuan ai villaggi sperduti del Guizhou. Attraverso la narrazione analizzo, dolorosamente, la situazione psicologico-culturale del popolo cinese svelando aspetti che noi occidentali da lontano non riusciamo a cogliere.

E attraverso la riflessione arrivo a toccare alcune criticità del pensiero e della situazione dell’uomo occidentalis, oggi come oggi, in Italia e non solo.
La storia inizia ad Houhai (dove ho vissuto 3 anni), un villaggio di pescatori cantonesi, al confine meridionale del continente asiatico, davanti al Vietnam, tra tifoni, surf, musica e psichedelia. E poi…

Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

Scrivo da quando avevo 17 anni. In Cina sono stato anche giornalista scrivendo su testate come Outside, Cosmopolitan, Traveller, ecc. In Italia è una lobby chiusa, non è permesso fare nulla. Come nell’editoria, se non sei uno della “cricca”. Ho scritto diverse raccolte di poesia. Attualmente edita “Anomalie” (Terre Sommerse) in edizione bilingue (italiano-inglese). La seconda “Uno sciamano al Golgota” sebbene apprezzato, non riesce a trovare un editore valido. I piccoli purtroppo non hanno visibilità e non raggiungono i lettori. Sto traducendo poesia cinese e alcuni testi inglesi. Scrivo come e quando posso. Non conosco altro modo di vivere diciamo. Scrivere.

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Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

Karma Hostel mi pulsava nella mente. Mi sono dovuto licenziare dal mio lavoro di allora. Ero interprete al Ministero dell’Interno Ufficio Immigrazione per i richiedenti asilo politico cinesi. L’ho scritto chiudendomi dentro casa in 2 mesi e mezzo. Mi alzavo la mattina e scrivevo fino a cena. A volte di notte, quando tornavo da qualche pub romano di periferia. Avevo tutta la storia dentro, è stato un vero e proprio flusso di coscienza, senza pensare, senza regole, senza costruzioni o finzioni. Verità e purezza.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Non saprei dire. Non aspiro a nessuno. Non potrei. Leggo moltissimo. Amo molti autori, ma non oso neanche solo citarli.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Bella domanda. Be’ diverse canzoni. Dipende dal capitolo. Sicuramente qualcosa di Vangelis, magari la colonna sonora di Blade Runner, con i suoi grattacieli che si stagliano nello smog, tra i neon delle città dickianamente. Anche musica reggae. Ci sono scene ilari nel libro, divertenti e anche molto tristi e introspettive. Sciamaniche. Quindi anche musica Sufi o amazzonica. World music, o musica da meditazione.

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Leggete Karma Hostel perché è un libro che non hanno voluto intenzionalmente far giungere a voi. E’ un libro che hanno bandito. Affossato. Che li ha resi invidiosi e incattiviti. Un libro che li ha messi a confronto con la propria piccolezza. Leggete Karma Hostel e siate liberi di essere voi stessi!

 

Autore: Veronica Notaro

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