Intervista a Federico Berti autore de “L’Ospedale Fantasma. La realtà non esiste”
Suonatore, uomo orchestra e scrittore dal 1994, Federico Berti ha pubblicato quattro Cd musicali, tre graphic novels con testo in versi endecasillabi, ottava rima e terzine alla dantesca, due romanzi, un libro dei sogni, un gioco da tavolo e due raccolte di interviste su temi d’attualità a persone molto anziane in casa di riposo.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca
Un ospedale fantasma senza medici né infermieri, senza assistenti, dove gli ospiti devono pensare a tutto sorvegliati da badanti meccanizzati, robot e androidi di ultima generazione. Un luogo surreale dove ogni desiderio sembra avverarsi, ma che annienta lentamente la volontà di chi l’abita. Ma il castello dei sogni proibiti nasconde un terribile segreto.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Mi occupo di narrazione dal 1994. Sono laureato al Dams di Bologna, ho pubblicato altri romanzi in prosa e in versi, vivo del mio lavoro. Più che un amore è sempre stato il mio mestiere, che svolgo con passione, entusiasmo e metodo. 1000 parole al giorno, diceva sempre il povero Jack London.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
È un romanzo a puntate, il secondo della serie iniziata col “Boia dell’Alpe“. Pubblicato settimanalmente sul mio sito personale è sponsorizzato in modo tale che si possa offrire in lettura gratuita, prima di stamparlo. I lettori partecipano alla stesura iniziale dell’opera con suggerimenti e impressioni. È una forma di scrittura interattiva che pratico da molti anni con soddisfazione.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
Sono molto legato alla tradizione del cosiddetto ‘feuilleton‘, il romanzo borghese ottocentesco, sia nel format letterario che nelle scelte linguistiche. Tuttavia le cose che scrivo si possono inscrivere nel filone moderno del cyberpunk, dello steampunk, del fantasy. La chiave è comunque decisamente ironica, grottesca, surreale.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
Se da questo romanzo dovessi trarre uno sceneggiato o un film sceglierei senz’altro sonorità diverse da un capitolo all’altro, in alcuni momenti forse un delirio armonico in stile wagneriano, in altri il jazz americano degli anni ’30 e la musica popolare, ma anche le avanguardie, la musica concreta e le canzonette della radio si prestano efficacemente.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
La realtà non esiste, fatevene una ragione. È un’invenzione pericolosa. Lasciate ogni certezza o voi che entrate.