Intervista a Fabio Carta, autore de “Ambrose”
Nato nel 1975, Fabio Carta è cresciuto a pane, robot giapponesi e primi, gloriosi blockbuster del cinema sci-fi. Sposato, impiegato e laureato in Scienze Politiche, ad un certo punto, come ama affermare, ha dato di matto e ha incominciato a scrivere. I suoi primi due romanzi, Arma Infero vol.1 e 2, sono stati pubblicati nel 2015 e nel 2016. Ambrose è il suo primo libro di carta.
Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.
Ambrose è un romanzo di fantascienza, ambientato in un futuro dove la Jihad islamica è divenuta uno stato totalitario e ha scatenato una terribile guerra totale contro l’Occidente. In questo contesto si svolgono le vicende del protagonista, pilota di un drone da battaglia che, tra allucinazioni e RV, si trova a vivere sulla sua pelle gli ultimi, rocamboleschi eventi della guerra.
Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?
Cerco di scrivere romanzi di fantascienza da vent’anni circa. Ma solo di recente sono riuscito a trovare in me la costanza di portarne a termine qualcuno. Ne ho pubblicati un paio in formato elettronico e, ora, Ambrose: il mio primo, vero libro.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.
Sembra impossibile, ma Ambrose è stato scritto in un mese soltanto, perché incombeva la scadenza di un noto concorso a cui volevo partecipare. Ho certamente attinto a piene mani da vecchi appunti, soprattutto per quanto riguarda l’ambientazione, ma per il resto mi sono fatto guidare dall’istinto e dall’ispirazione del momento. Come potete capire, non sono uno scrittore legato a un metodo.
Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.
William Gibson, autore e fondatore del cyberpunk. Adoro la sua prosa enigmatica che nulla concede, né alla linearità della trama né tanto meno al povero lettore. L’ho letto che ero adolescente, e giuro di non aver mai saputo se ho capito o meno quello che ho letto. Eppure proprio i dubbi di comprensione, uniti al grande fascino del racconto in sé, mi hanno posto domande che mi hanno fatto crescere.
Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?
La VII sinfonia di Beethoven, per i momenti più elevati, ma anche come contraltare a quelli dove primeggia maggiormente la meschinità umana. E poi la tetraggine passionale dei Dark Sanctuary, gruppo francese, la cui musica evocativa è capace di far venire letteralmente la pelle d’oca.
Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.
Ambrose è un romanzo che sembra un videogioco ma racconta, col sorriso e con le lacrime, molto di più di quello che sembra. Enjoy!