Intervista a Davide Mannucci, autore di "Altrove" Intervista a Davide Mannucci, autore di "Altrove"

Intervista a Davide Mannucci, autore di “Altrove”

Davide Mannucci è nato a Firenze nel 1973, lo stesso anno della morte di Pablo Neruda e questo, nel corso degli anni, l’ha inteso come una coincidenza su cui ricamarci storielle da ‘predestinato’. Ha sempre creduto fortemente nell’amicizia a tal punto da farsi condizionare, senza mai pentirsene, nelle scelte scolastiche. Il tema dell’amicizia sarà assai ricorrente nel suo ‘mestiere di scrivere’.

La scrittura ha fatto la sua comparsa dopo che una persona incontrata e conosciuta per caso si era imbattuta in un racconto che aveva scritto di getto sul treno, mentre osservava una scena davanti a sé tra due passeggeri. Tuttavia, la pigrizia e un’eccessiva dose di autocritica lo hanno portato a mettere da parte questa passione latente. Il destino però lo porta, a un certo punto, a lavorare in tipografia, dove fa conoscenze che lo incoraggiano a prendere in mano carta e penna e, tra una lettura e l’altra, a cominciare a comporre qualcosa di suo. Ed è proprio in questo modo che la mansarda di una palazzina della Valdisieve, dove vive con moglie e figli, diviene il laboratorio delle immagini e dei sogni che non lo hanno mai lasciato. 

Parliamo subito del tuo ultimo libro. Raccontaci brevemente la trama e in quale genere si colloca.

La storia anzi, le due storie, sono ambientate a Firenze, una tra gli anni 90 e i giorni nostri e l’altra circa 50 anni dopo. Il protagonista sta guidando preso da mille riflessioni e desideroso di cambiare vita, quando rimane coinvolto in un incidente. Rimane illeso ma è responsabile della morte di un personaggio famoso e molto importante per la sua famiglia. Per una serie di circostanze entra in possesso di due manoscritti e uno di quelli cambierà del tutto la sua vita. Comincia una lettura nella lettura, un alternarsi tra passato e presente per cercare di afferrare il futuro che tutti i protagonisti del romanzo vorrebbero. È una storia in cui l’amore e l’amicizia la fanno da padrone.

La vita del protagonista potrebbe finalmente ritrovare sapore e coronare un sogno da sempre inseguito anzi, afferrare il “sogno realizzato” grazie alla storia trovata nel manoscritto – il cui protagonista ha un volto e un nome importanti per lui – e all’aiuto di alcuni personaggi magicamente usciti da una dimensione onirica. Sogni e realtà spesso coincidono e una Firenze tinta di sogno e magia sarà spettatrice di questa meravigliosa alchimia. Alcuni lo hanno definito Urban Fantasy. Io amo parlarne come di una storia d’amore e d’amicizia con molte pennellate Fantasy.

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Parlaci di te e del tuo amore per la scrittura: come nasce?

La scrittura è la conseguenza naturale della mia passione per la lettura, della voglia di raccontare storie e dell’incontenibile fantasia che spesso mi assale nei momenti più disparati della giornata. Fin da piccolo adoravo ascoltare storie e fin da allora giocavo ad inventare piccoli aneddoti e storie più o meno intricate. Costruire mondi e la possibilità di materializzare i sogni sono stati il motore principale che mi ha permesso di scrivere.

Quanto tempo hai impiegato a scrivere questo libro? Descrivi un po’ l’atmosfera e l’ambiente, lascia che i lettori possano immaginarti mentre sei intento a scrivere.

È cominciato tutto una mattina dopo che una persona a me carissima mi aveva detto “scrivilo e basta, voglio vedere presto il primo capitolo“. Mi sono armato di disciplina, ho ascoltato la passione che cresceva in me e ho affrontato la pagina bianca, eterna nemica di chi ha qualcosa da raccontare. Il silenzio della mansarda e la pace di un parcheggio durante la pausa pranzo mi hanno permesso in 5 mesi di ultimare il mio primo romanzo.

Sappiamo che hai uno stile tuo, ma stando al gioco, a quale autore del presente o del passato ti senti (o aspiri) di somigliare e in quali aspetti? Fai un gioco analogo per il tuo libro.

Chi ha letto il romanzo ha osato accostarmi a nomi immortali e questo mi ha riempito di orgoglio ma anche costretto a chiedere agli autori di tali affermazioni l’assoluta assunzione di responsabilità per evitare querele.. Scherzi a parte avere anche solo un decimo della magia di Gabriel Garcia Marquez e un pizzico della capacità descrittiva di Ken Follett farebbe di me uno scrittore col sorriso permanente. Mi piace lo stile di entrambi e soprattutto Marquez mi accompagna molto nelle mie avventure con la tastiera.

Se dovessi consigliare una colonna sonora da scegliere come sottofondo durante la lettura del tuo libro, cosa sceglieresti?

Babe I’m gonna leave you dei Led Zeppelin

Un’ultima domanda per salutarci. Rivolgiti ai nostri 300.000 mila lettori, con un tweet in 140 caratteri.

Se quando aprite un libro quello che gli chiedere è di prendervi per mano e aiutarvi a sognare allora vi prometto di accompagnarvi Altrove, dove i sogni sono realizzati aldilà di ogni ostacolo.

Autore: Veronica Notaro

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