Nuda! Diario di una donna ferita | Stefania Rivoltini
A proposito di “Nuda! Diario di una donna ferita”
Scrivere per raccontarsi, per non lasciarsi andare, ma soprattutto scrivere per trovare la forza tra le pieghe di un foglio, che prende vita dalle piaghe di chi scrive.
Così Sonia, una donna delusa e ferita, si ritrova esposta e nuda di fronte a un mondo che pare non appartenerle e decide, penna alla mano, di mettere nero su bianco i propri sentimenti, le proprie emozioni e le esperienze della sua stessa vita, quasi a volersi analizzare e trovare il bandolo di una matassa altrimenti difficile da districare.
Per voce della stessa Sonia conosciamo le delusioni e le prove che ha dovuto superare sin dall’infanzia, rendendola più forte pur mantenendo un’intima fragilità.
La scelta stilistica dell’autrice di utilizzare il registro diaristico per “NUDA! Diario di una donna ferita”, permette al lettore di carpire immediatamente i sentimenti della protagonista ed entrare in sintonia con lei.
E nel proprio diario si racconta senza filtro, Sonia!
Racconta di come abbia dovuto crescere suo figlio da sola, contando esclusivamente sulle proprie energie; fino all’incontro con Giacomo, l’uomo che sembrava le avrebbe potuto offrire spalle forti su cui contare, braccia grandi per sprofondarci dentro. Un approdo sicuro, per un marinaio in costante balia delle maree emozionali.
Giacomo è l’uomo che Sonia sceglie come porto in cui ormeggiare, come l’uomo a cui aprirsi, smantellando i muri eretti contro la felicità. Ma, ancora una volta, Sonia si ritrova sola, di colpo, tradita e abbandonata proprio dall’uomo in cui si era sforzata di credere al di là delle proprie remore.
Si ritrova così “nuda, abbandonata e sola”, lungo un lento declino che porta allo svilimento della propria dignità; Sonia è ormai una donna ferita, che non crede più in nulla, tantomeno nell’amore. Allora racconta di come abbia scelto di lasciarsi andare e di concedersi agli uomini, senza doversi aspettare nulla da loro.
Chi ho davanti? Pietro? Giulio? Massimo? Enzo? Non importa. E a loro non importa chi sono io. Vengono e se ne vanno. Senza pagare. In fondo il trucco è solo uno. Non crearsi aspettative. Non pensare. Così non si può restare delusi. Esco con un uomo. So che farà lo splendido. So che mi offrirà la cena. So che mi bacerà. So che il suo bacio sarà umido e fastidioso. So che ci proverà. So che non mi chiederà come mi sento. So che non mi abbraccerà dopo. Lo so. Non ci saranno sorprese. Non ci saranno delusioni.
Tra le pagine del suo diario si legge un’amarezza senza eguali, perché in questo gioco senza freni, Sonia sa di non poterne uscire vincitrice, perché, inevitabilmente, si sta perdendo tra le trame del telaio che da sola ha intessuto: sta perdendo la sua dignità, irrimediabilmente.
Sembrerebbe, però, che qualcosa stia cambiando nel corso della propria vita, che quel pizzico di serenità che merita, finalmente le possa essere concesso.
E se si sbagliasse? E se, nuovamente, ci fosse una nuova prova per lei?
Vi invitiamo a leggere gli estratti del romanzo dalla pagina facebook dell’autrice.
Lo stile e il romanzo
Sceglie lo stile disincantato e immediato del diario, Stefania Rivoltini, in “NUDA! Diario di una donna ferita”, perché il lettore possa carpire l’anima della protagonista.
L’immediatezza delle frasi e la schiettezza delle descrizioni rendono il racconto vero e tangibile, in modo da trasmettere il pathos e l’emozione del momento senza eccessivi giri di parole.
A tratti duro e immediato, il romanzo si lascia andare a momenti di poesia schietta e viscerale; non c’è che dire: Stefania Rivoltini conosce la parola e sa come utilizzarla per creare la giusta altalena di emozioni che raccontano la donna del diario.
Certamente indirizzato a un pubblico femminile adulto, in alcuni passaggi “decisamente maschi”, il romanzo potrebbe essere apprezzato anche dal pubblico maschile dotato di una certa sensibilità ed empatia.
La stessa autrice sente di voler dedicare il suo romanzo a tutte le donne che nelle sofferenze si sono sentite umiliate e che nell’errore hanno svenduto la propria dignità e il proprio corpo, perdendo quella fetta di anima che è impossibile riconquistare, pur avendo ritrovato il coraggio di rialzarsi e sfidare il mondo, col sorriso beffardo di chi sente di potercela ancora fare.
Perché nel diario la donna si racconta, senza filtri, mettendo in primo piano la propria fragilità e svelando quanto ognuna di noi possa distruggersi in un dolore non condiviso.
Un diario, per spingerci a comprendere chi ci circonda, prima di lasciarci andare a facili giudizi; perché dietro ogni scelta difficile potrebbe nascondersi una dignità spezzata.
Il romanzo vi interessa? Allora non vi resta che acquistarlo.
L’autrice
La penna decisa di Stefania Rivoltini ha origini cremonesi, che nonostante gli impersonali studi economici, riesce a trovare lo spazio per nutrire la passione la parola e la sua forza espressiva.
L’autrice usa con garbo i doppi sensi e le allegorie, per rappresentare al meglio le prismatiche evanescenze dell’animo umano; ha pubblicato “La seggiola di plastica bianca” e raccolto le proprie impressioni poetiche in “Tracce”, raccolta di poesia contemporanea.
Una mente fervida e vitale che non lascia al tempo di passare senza che lei possa aver lasciato impresse le sue emozioni, al momento sta lavorando a una nuova raccolta di poesie.
Ma chissà che non si senta parlare di lei per altri racconti, dotati della stessa forza crudele di cui è stata capace con “NUDA! Diario di una donna ferita”.
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