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La bestia che dorme di Sabrina Bergamini

La bestia che dormeTrama

“La bestia che dorme” è la graffiante autobiografia di Sabrina Bergamini la cui voce è pronta a scuotere le vite di chi si dice sconfitto o incapace a reagire dinanzi ai più grandi incubi interiori.
Una storia vera, molto attuale, emozionante: sono sempre di più coloro che si ritrovano silenziosamente attanagliati dall’insostenibile peso di gravi disturbi alimentari, quali l’anoressia o la bulimia; queste ‘bestie’ crescono nutrendosi dei piccoli malesseri, assediano l’animo corrodendolo come tarli, lasciando nient’altro che quell’orrendo senso di inadeguatezza che induce a ritenersi imperfetti, sbagliati.
Oltre ad essere un racconto, dunque, quello di Sabrina Bergamini è un vero e proprio atto di coraggio; il sudato traguardo di chi non ha mollato, non ha chinato il capo, e ora è qui pronto a condividere la propria esperienza con chiunque desideri avvicinarsi a queste sue pagine indelebili. Così l’autrice catapulta il lettore nell’intreccio salvifico di due vite, quella di un medico premuroso e con una peculiare empatia nei confronti dei suoi pazienti, e l’altra, tra questi ultimi, di una giovane donna misteriosa con troppi segreti da tenere a bada, vittima di un amore sbagliato e, soprattutto, con una ‘bestia’ che dorme dentro di sé e che le rivolge uno sguardo sprezzante. Solo un sentimento improvviso e travolgente, condurrà la giovane verso il lieto fine: la temuta belva sarà domata e lascerà spazio ad una ritrovata fiducia negli altri, all’insegna della riscoperta della vera e raggiante bellezza che è in noi stessi.

Autore

Classe 1981, Sabrina Bergamini nasce a Casale Monferrato il 6 febbraio, dove vive con il suo fidanzato e la sua gatta Topa a cui è molto legata. Di professione insegnante di pilates, alterna alle sue lezioni intensive la pratica di uno sport altrettanto impegnativo che la accompagna sin da piccolissima: la scrittura. Già dalle scuole elementari si cimentava nella stesura di racconti brevi, sognando un futuro da giornalista. La scelta concreta di comporre un romanzo deriva dalla volontà di condividere con un pubblico più vasto una sua intima esperienza: un male profondo, un disturbo alimentare che in passato le ha arrecato molta sofferenza ma che, oggi, dorme. Una ‘bestia’, come recita il suo titolo, che indisturbata la lascia vivere. È così che la scrittura di Sabrina ha unito alla passione il filtro della sana divulgazione: ancora in molti ritengono erroneamente che tali disturbi siano legati a meri capricci interpretabili come una carenza o richiesta di attenzioni, trascurando dunque la scientificità dei criteri diagnostici. Per il momento nell’officina “Bergamini” non compaiono altri progetti ma solo una promessa: nel prossimo libro accantonerà il genere autobiografico per buttarsi a capofitto nella fantasia.

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Per avere maggiori informazioni sull’autrice, visita la sua pagina facebook.

Stile

Se avessimo un vocabolario degli stili letterari, sotto la voce ‘autobiografia’ troveremmo una definizione più o meno simile: la capacità di deporre qualsiasi maschera, scomporsi in minuscole schegge che racchiudono particelle della nostra personalità; spargerle tra le pagine del romanzo e seguirle, come indizi, per arrivare a quella verità che parla di sé. Le parole, in questa caccia al tesoro, andranno scelte scrupolosamente, poiché in ogni frase si nasconderà un piccolo segreto che appartiene all’autore. È proprio questo che fa Sabrina Bergamini: mette a nudo se stessa raccontando con uno stile incisivo e privo di fronzoli retorici, a tratti giornalistico, una vicenda che è cresciuta dentro di sé al punto da assorbirla totalmente impossessandosi della sua stessa voce. Tra i grandi autori di riferimento compaiono i nomi di Isabel Allende e Alessandro Baricco, Marguerite Duras, Erri De Luca e il giornalista Remo Bassini, oltre alla giovane Giulia Carcasi, a conferma di uno stile narrativo fluido e scorrevole che richiede un esercizio costante nel tempo e una salda disciplina, laddove semplicità diventa sinonimo di brevità piuttosto che di complessità linguistiche. La grande abilità sta proprio nell’incastrare tematiche così delicate come i disturbi alimentari con la leggerezza di un sentimento ricco di nuova vitalità e il fuoco della speranza con il suo incoraggiante imperativo: “Non mollare!”.

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Autore: redazione

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