“Single ma non troppo” di Liz Tuccillo
Con “Single ma non troppo”, Liz Tuccillo, sceneggiatrice di “Sex and the city” intraprende un vero e proprio giro intorno al mondo con lo scopo di capire cosa voglia dire essere una “donna single” alle diverse latitudini e nelle diverse culture e ce lo racconta!
Un viaggio che parte da New York arrivando fino in Islanda, passando per Parigi, Roma, Rio de Janeiro, Sidney, Bali, Pechino e Nuova Delhi.
Ogni viaggio una donna nuova, ogni viaggio uno stile di vita….
Liz Tuccillo ci permette di incontrare donne bellissime, intelligenti, spiritose, affascinanti, donne single che non riescono a trovare un uomo che sappia valorizzarle come meritano. Si tratta di un’indagine sulla ricerca dell’amore, sul sesso, sulla solidarietà e la complicità femminile, sull’amicizia. Molte le domande, poche le risposte! Sembra che alla fine dei giochi, le donne di tutto il mondo abbiano gli stessi problemi, con differenti approcci allo status di donna single, in base alle diverse culture.
Mio Dio, siamo patetiche. Avvocati, addette stampa, donne d’affari e madri, siamo tutte qui con messa in piega e rossetto in attesa che il raggio di sole dell’attenzione di un uomo ci illumini e ci faccia sentire di nuovo vive.
Mentre a Parigi una donna mette in bella mostra il suo orgoglio, a Roma esalta in maggior modo la propria passione e il proprio entusiasmo. A Rio dilaga il desiderio delle donne di sentirsi uno spirito libero, mentre le donne islandesi sono delle vere e proprie vichinghe.
Sei single, perché?
“Single ma non troppo” nasce dal desiderio della stessa autrice di comprendere a fondo il vero stato d’animo di una donna single. Spesso accade che, per sua scelta, una donna decida di rimanere tale, mentre in altri casi, la scelta è decisamente di qualcun altro. Tuttavia in entrambi i casi si trovano sovente a dover spiegare il loro status a chi rivolge loro questa domanda.
A voi non è mai capitato?
Nonostante la millantata modernità, sembrerebbe che, dopo aver varcato la soglia dei trent’anni, se non sei sposata, se non hai un compagno, se non hai progetti futuri con un uomo, se non convivi e soprattutto se non hai un figlio, a questo punto non puoi che considerarti una donna finita! Le tue speranze per un futuro idilliaco evaporano, diventi merce avariata; soprattutto sembra essere un’impresa epica trovare qualcuno con cui condividere la felicità! Gli stessi uomini ti guardano diversamente, come se il tuo tempo fosse improvvisamente scaduto!
Ma perché all’uomo pesa molto meno l’essere single?
Credo che una delle ragioni sia da ricercare nel fatto che l’orologio biologico di una donna ad un certo punto della sua vita cominci a picchiettare con rumore assordante, così non solo si ritrova a dover combattere per acciuffare un uomo, ma deve rimanere sempre desiderabile, attraente, bella, nascondendo l’incalzare dell’età, mantenendo vivo l’appetito maschile nei suoi riguardi! Tutto questo è terribilmente degradante.
Nelle pagine di “Single ma non troppo” si raccontano le avventure di Julie, una ragazza di 38 anni che dopo una serata disastrosa con le sue amiche decide che la sua vita deve subire uno scossone e allora intraprende un viaggio alla ricerca di risposte sullo status di “donna single”. Nel suo viaggio incontra addirittura per un attimo l’amore, per poi ritrovarsi di nuovo nella situazione di partenza.
A New York restano le sue amiche, Georgia, Serena e Ruby che costruiscono un forte sodalizio tra loro, aumentando la frequenza dei loro incontri, prendendosi cura l’un l’altra nelle loro battaglie quotidiane, imparando ad amare l’una i difetti delle altre e sostenendosi nel momento del bisogno…“amiche” che condividono l’infausto status dell’essere una donna single!
Dobbiamo volerci bene con fierezza. Come una leonessa che protegge i suoi cuccioli. Come se fossimo sul punto di essere aggredite da una banda di delinquenti. Dovremmo volerci bene con la stessa passione, la gioia e l’entusiasmo delle donne italiane, con l’orgoglio e la dignità delle francesi, allo stesso modo delle brasiliane settantenni vestite di rosso che sfilano durante il carnevale. Dovremmo riscoprire la nostra anima vichinga, indossare un’armatura scintillante e amarci con tutto il coraggio possibile.
Meglio sole o male accompagnate?
Rimanere soli non necessariamente deve essere considerato un male: perché accontentarsi di vivere una vita mediocre per non aver atteso l’eccellenza? Certo il prezzo da pagare non è da sottovalutare. Se da un lato, scegliendo di accontentarci, potremmo sentirci sentimentalmente appagate, amate, apprezzate, dall’altro potremmo farci sfuggire l’unica occasione della nostra vita per sentirci davvero felici! Per cui perché a volte ci accontentiamo? Semplice, per paura di rimanere da sole!
La solitudine sembra atterrisca ognuna di noi…non si riesce proprio a gestirla!
Se invece comprendessimo che volersi bene, amare in primis se stessi – il che non vuol dire coccolarsi un sabato sera con un bel bagno caldo agli olii essenziali – vuol dire soprattutto trovare il giusto equilibrio tra ciò che ci piace, ci fa star bene e ci infonde sicurezza, allora saremmo già a buon punto! Amare e sentirsi amati sono due sentimenti collegati, l’uno non esclude l’altro, poiché come è bello amare, lo è altrettanto essere contraccambiati e per poterlo fare bisognerebbe lasciarsi andare, rischiare, tentare l’impossibile, raggiungendo il traguardo senza difficoltà: un uomo che esalti il nostro essere all’ennesima potenza!
“Single ma non troppo” è una commedia spassosa e umoristica in cui identificarsi, che riesce in qualche modo a esorcizzare le paure delle donne single, che si trasformano in delle vere paladine della vita, che provano e quasi ci riescono, a credere che in fondo, finché c’è vita c’è speranza per un futuro più roseo.