“Un giorno, forse” di Lauren Graham
“Un giorno, forse”…anch’io sarò una vera diva, questo si ripete Franny Banks, protagonista del romanzo d’esordio della talentuosa attrice Lauren Graham, nota al pubblico per la serie TV Gilmore Girls, Una mamma per amica.
Uscito nel 2013 “Someday, Somenday, Maybe: A Novel”, entra ufficialmente nei best-seller del New York Times ed arriva in Italia nel 2014 con la casa editrice Sperling & Kupfer.
Franny Banks ha quasi trent’anni, si è trasferita a Brooklyn da due anni e mezzo per seguire un corso di recitazione e sfondare nel mondo del cinema, ma per il momento fa ancora la cameriera e sente che il tempo a sua disposizione sta per scadere. Era giunta a Brooklyn scendendo a patti con la propria coscienza: tre anni di tempo per seguire le orme dei suoi idoli, Diane e Keaton e Meryl Streep. La Keaton aveva 24 anni quando esordì a Brodway e la Streep 30 quando vinse il suo primo Oscar; ma sembra ormai che Franny debba tornare sui suoi passi, abbandonare il suo sogno e tornare a vivere col padre: mancano solo 6 mesi allo scadere dei termini e le uniche “vere” prove d’attrice, al momento, si riducono ad un paio di spot pubblicitari di dubbio gusto. Fortunatamente, però, Franny può contare sui suoi amici, i coinquilini Jane e Dan, che la appoggiano e le danno sostegno, nelle varie prove che Franny si trova ad affrontare, sempre in bilico tra ciò che vuole e ciò che pensa di volere.
L’empatia con la protagonista è immediata. Ci troviamo a sperare con lei, a immedesimarci nelle situazioni che la coinvolgono (soprattutto quelle più imbarazzanti), a chiederci cosa faremmo al suo posto. Franny combatte con le unghie e con i denti per cercare di far parte di un mondo di ipocriti, dove l’autenticità è solo, per ossimoro, una grande farsa. Vi è un’immersione totale in quel fondale inesplorato che è il mestiere dell’attore. La finzione si contrappone alla realtà, rappresentata qui dal fil rouge dell’intero romanzo, l’inseparabile agenda Filofax, regalatale dal padre, sulla quale Franny annota quotidianamente stati d’animo, riflessioni, obiettivi e scadenze.
Franny ci narra la sua storia proprio attraverso le pagine del suo “libro” personale, la cui costante compilazione la aiuta a dimostrarle che bisogna continuare ad andare avanti, a non arrendersi, nonostante gli insuccessi. Si tratta in fondo di una grande metafora della vita: tutti noi puntiamo al raggiungimento dei nostri obiettivi; c’è chi ci riesce, chi continua a battersi e chi rinuncia spossato dagli eventi. Ma nel bene o nel male, continuiamo a muoverci, a riempire i nostri giorni chiedendoci: “chissà, un giorno, forse”.
Autentica in un mondo di persone che non fanno altro che vantarsi della propria autenticità e invece sono soltanto un mucchio di ipocriti.
Con il suo primo romanzo, la Graham entra mani e piedi nel genere Chick Lit, con una lettura decisamente scorrevole, ironica e intelligente. La trama un po’ piatta e non del tutto originale è compensata da un lieto fine non banale. Un romanzo adatto a tutti, che nella sua leggerezza spinge a far riflettere, a leggere tra le righe e cercare di non arrendersi a degli ostacoli che “un giorno, forse” potranno sembrare semplici sassolini di un percorso di crescita necessario.