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Umberto Eco – in morte di un filosofo

Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito.
Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
Umberto Eco

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Il 19 febbraio 2016, la letteratura italiana subisce un nuovo duro colpo: all’età di 84 anni ci lascia Umberto Eco.
La notizia della sua morte ha gettato l’Italia intera nello sconforto, perché con Umberto Eco se ne va un pezzo della nostra storia. 

E quando un intellettuale eclettico al pari di Umberto Eco se ne va, assurge di diritto all’eternità. 

Per tale motivo la redazione di Recensionilibri.org continuerà ad usare il tempo presente per quest’uomo dalla cultura sterminata e dal curriculum altrettanto sconfinato, che gli è valso le ben 40 lauree honoris causa, l’ultima ricevuta nel 2014 dall’Università di Rio  Grande do Sul.

Nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, Eco è studioso di semiotica, estetica e cultura di massa, brillante pubblicista, saggista di grande successo e, ovviamente, scrittore e autore di capolavori letterari.

De “Il nome della Rosa” e di “altri” romanzi….

Il mondo intero lo conosce grazie al suo romanzo “Il Nome della Rosa”, pubblicato nel 1980 insieme all’editore Valentino Bompiani: un giallo filosofico di ambientazione medievale, dove tra le righe emerge, sornione, il tratto ironico del Professore. 

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50 milioni di copie vendute e traduzioni in oltre 47 lingue: “Il nome della rosa” ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Strega nel 1981, ed è stato inserito nella lista de “I 100 libri del secolo” di Le Monde.
Eppure Umberto Eco era arrivato ad odiare la sua stessa creatura, tanto da dichiarare apertamente, durante il Salone del libro di Torino del 2011:

“Odio questo libro e spero che anche voi lo odiate. Di romanzi ne ho scritti sei, gli ultimi cinque sono naturalmente migliori ma per la legge di Gresham quello che rimane più famoso è sempre il primo.”

Umberto Eco saggista

Nel 1988 fonda il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino e sempre nello stesso anno pubblica un altro capolavoro “Il pendolo di Foucault”, in cui il pendolo ideato da Léon Foucault per dimostrare la rotazione della Terra, ha chiaramente un significato simbolico che sta al lettore saper cogliere.

Hanno la firma di Umberto Eco numerosi saggi, tra cui non possiamo non citare “Opera Aperta”  del 1962, con un enorme riscontro di pubblico, tanto da gettare le basi teoriche al movimento d’avanguardia letterario e artistico italiano Gruppo 63.

Ancora preziosi e attuali i consigli racchiusi in “Come si fa una tesi di laurea” del 1977, in cui sono indicati  metodi, strutture e argomentazioni necessarie per poter scrivere una corretta tesi di laurea.

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L’Eco quotidiano

Umberto Eco inizia a collaborare con la carta stampata sin dagli anni cinquanta: Il Giorno, La Stampa, Corriere della Sera, la Repubblica, il Manifesto e numerose riviste internazionali; fin dalla fondazione de l’Espresso, collabora con la testata giornalistica del gruppo omonimo, in cui a partire dal 1985 copre l’ultima pagina con la rubrica “La bustina di minerva”. 

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La bustina di Minerva, penna di U.Eco

 

Le passioni meno note di Umberto Eco

Il Professore di semiotica conosce il valore della parola e le sue molteplici sfaccettature.
Ad esempio, considera il fumetto un eccellente strumento di comunicazione di massa e divulgazione della conoscenza; ormai è noto a tutti il suo interesse per Dylan Dog ed il reciproco apprezzamento da parte di Tiziano Sclavi, che crea un personaggio appositamente ispirato al Professore, in ‘Lassù qualcuno ci chiama’, Dylan Dog n. 136, del gennaio 1998.

 

Humbert Coe, Dylan Dog n°136, gennaio 1998

Humbert Coe, Dylan Dog n°136, “Lassù qualcuno ci chiama”

La parola, ancora, come mezzo di divertimento di massa, se solo la massa fosse in grado di usarla e saperla sfruttare; si ritrova a gareggiare con Francesco Guccini e Roberto Benigni in tornei improntati sulle regole de “L’ottava rima“, con cui i poeti del Trecento gareggiavano, improvvisando versi su argomenti proposti dal pubblico, ma seguendo delle precise regole.

Ancora, appassionato di crittografia e enigmistica in generale, Umberto Eco pubblica per Comix il tautogramma (composizione in cui tutte le parole hanno la stessa lettera iniziale) ispirato al Pinocchio di Collodi ed in cui la storia è interamente raccontata utilizzando una la lettera P come iniziale.
Da qui il breve saggio di “Povero PinocchioGiochi linguistici di studenti bolognesi al Seminario di scrittura di Umberto Eco“, in cui Mastro Geppetto si tramuta in “Povero padre”, la Fata Turchina in “Puella portentosa (parrucca pervinca)”, il Gatto e la Volpe nei “Perfidi personaggi poco popolari”. 

Il contrasto con RCS Mondadori per salpare su La nave di Teseo

 

Quando nel 2014 la casa editrice Mondadori acquisce RCS libri (di cui fanno parte del gruppo Rizzoli, Bompiani, Marsilio e Adelphi, ma quest’ultima non ha partecipato alla cessione), Eco rifiuta, insieme a Sandro Veronesi, di pubblicare i suoi scritti per la casa di Segrate.
Nell’ottobre scorso insieme a Elisabetta Sgarbi, è uno dei fondatori della “La nave di Teseo”, per la quale tra l’altro verrà pubblicato il suo libro postumo “Pape Satàn Aleppe”, un saggio che raccoglie “Le bustine di Minerva” legate al tema della società liquida e dei suoi sintomi.

Una breve carrellata

Tra le altre opere non dimentichiamo:

  • L’isola del giorno prima, Milano, Bompiani, 1994
  • Baudolino, Milano, Bompiani, 2000
  • La misteriosa fiamma della regina Loana. Romanzo illustrato, Milano, Bompiani, 2004.
  • Il cimitero di Praga, Milano, Bompiani, 2010.
  • Numero zero, Milano, Bompiani, 2015

 

Autore: Ilaria Greco

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