Musica dalla spiaggia del paradiso
Una mattina ti svegli e scopri che è scomparso tutto, o quasi. Il mondo è un cielo azzurro senza sole e un prato verde, a perdita d’occhio. Questa è la sconcertante sorpresa ai quali assistono i protagonisti del singolare romanzo fanta-sociale di John Ajvide Lindqvist, “Musica dalla spiaggia del paradiso”. Un grande spazio aperto, eppure la situazione è dannatamente claustrofobica e mette ciascuno a dura prova.
La trama
Non c’è mai vero silenzio in un campeggio,voci, brusii, motori di frigo e condizionatori seguitano per tutta la notte. Invece, a Saludden, dalle 6,30 del nuovo giorno il silenzio è assoluto. Quel posto ha smesso di esistere. Solo dieci persone, un cane e una gatta. Quattro roulotte, quattro automobili. Sparite le altre, via il chiosco, i bagni e tutto il resto. Una volta di cielo perfettamente blu e sotto, un tappeto di fili d’erba, tutti rasati a tre centimetri, esteso in ogni direzione all’orizzonte. E il sole? Non c’è, com’è possibile?, si chiedono i presenti, riunendosi poco alla volta, più disorientati che spaventati. Per ora. L’autore, un promettente svedese che reinterpreta in modo originale la tradizione gotica cara ai nordici, presenta i quattro nuclei uno per volta. C’è Peter, ex calciatore, con la giovane moglie modella pubblicitaria, gran corpo, belle gambe e molti vizi, in freddo col marito. Con loro, la figlioletta Molly, sei anni, piuttosto precoce e padrona di sé. Accanto, l’uomo noioso con gli occhiali brutti è Stefan, la moglie è sovrappeso ed hanno un bambino sui cinque anni, Emil. Donald invece è un uomo sulla sessantina ma non è un vecchio. Con sé ha un beagle piuttosto maltrattato e la consorte Majvor. Poi ci sono due contadini, Lennart e Olef, con la micia Gatta. Senza panico, convinti che prima o poi tutto tornerà normale, cominciano a fare l’inventario. I viveri possono diventare un problema visto che raccattano in tutto un po’ di pasta e riso, poche patate, qualche lattina e scatoletta, ma non di carne. Quella fresca avrebbero dovuto comprarla in giornata. Acqua ce n’è, la cisterna è piena, per fortuna. Sono in un luogo nuovo, qualcuno li ha spostati, Peter è certo che intorno a loro qualcosa ci dovrà pur essere, anche se ad occhio non si vede. Si muove col suo Suv per raggiungere altri posti. Il navigatore dell’autoveicolo segnala che sono sempre lì. Rileva l’ingresso del camping, le costruzioni, il lago a qualche decina di metri. Solo che non ci sono più. Non c’è il sole, neanche un albero, solo quel blu, a luce piena, quel verde totale, da nausea. E manca la corrente elettrica. Funzionano solo i motori a carburante. Tutto è sparito. Ma come? In quattro ore. Alle 2,30 della notte c’era ancora. Poi, alle 6,30, quando Molly si è svegliata per prima, non c’era più niente. Peter si allontana con l’auto, in cerca sempre di qualcosa, qualunque cosa. Il navigatore indica strade, ponticelli, corsi d’acqua da superare, ma davanti vede solo landa verde. Dalla radio vengono fuori canzoni. Nessuno che le presenti, solo musica. La programmazione è chiaramente svedese, dunque, sono rimasti nel Paese e qualcuno, da qualche parte, decide cosa mettere in onda. Sono su un immenso disco verde sospeso nel blu. Le ipotesi? Tante, alieni compresi. Le ricaccia, cerca di essere razionale. A un certo punto, lo schermo del navigatore si disattiva. Tornando lentamente a marcia indietro, da quel punto si riattiva e riprende a segnare percorsi che non si vedono. Esiste un confine, ma di cosa? Gli uomini partono a bordo delle auto, verso direzioni diverse. Attraversato il confine, ognuno affronta letteralmente i fantasmi del proprio passato. E non è un modo di dire. Si allontanano verso il niente, piantando un paletto ad ogni chilometro. Dal terreno sotto l’erba esce sangue. Dietro, le donne si accorgono che le roulotte sono marchiate con delle croci, che prima non c’erano o non avevano notato. Qualcuno li ha segnati.
Sono i difetti a spronarci ad andare avanti. Come per ogni altra cosa – scrive Lindqvist – si può raggiungere un punto critico in cui il carattere cambia e si diventa qualcos’altro, molti comportamenti che riteniamo impensabili si possono comprendere così. Questo romanzo è un esempio.