Parigi è sempre una buona idea- Nicolas Barreau
L’idea che esistono dei luoghi in grado di farti riprendere il controllo su te stesso e sulla propria vita, è chiaramente portata avanti nel nuovo libro di Nicolas Barreau, Parigi è sempre una buona idea (Feltrinelli, 2015, pp. 264), e dai suoi protagonisti che si ritrovano tutti sotto il cielo della capitale francese. Oltre a questo, gli ingredienti della storia sono la semplicità, il romanticismo, un po’ di mistero e tanto amore… che si manifesta in tutte le sue accezioni: l’amore per una professione per la quale si crede e per la quale si lotta nonostante tutto e tutti; l’amore per una città; l’amore per i libri e per le storie e poi si, tutto questo andrà a finire nell’amore del cuore.
La trama
E’ per questo che non ci sembrerà strano che il racconto inizi proprio da lei, da Rosalie Laurent, una giovane cartolaia che contro il parere di sua madre, ha aperto una piccola bottega nel cuore di Parigi. Rosalie, oltre che per la sua testardaggine, è famosa per i suoi biglietti dei desideri, la specialità della papeterie in rue de Dragon, che lei stessa scrive e disegna per ogni occasione. Perché lei è così, è una persona che si emoziona, che sogna e che crede nei rituali come il cornetto la mattina, ma soprattutto come quello del suo compleanno, quando sale sulla Tour Eiffel per lasciar planare fino a giù un biglietto con su scritto il proprio desiderio, sperando che prima o poi si avveri. E continua a farlo nonostante la vita, per il momento, non gli abbia dato modo per crederci ancora.
Finché un giorno piomba nel suo negozio un uomo che le chiede di illustrare il suo nuovo libro, La tigre azzurra. Rosalie all’inizio sembra non credere a quel signore anziano che è entrato come un uragano rovesciando tutto. Soprattutto perché non ha riconosciuto che lui, in realtà, è Max Marchais, il famoso scrittore per bambini. Fra i due inizierà così un’intesa collaborazione ma anche una profonda amicizia che andrà di pari passo con l’enorme successo del libro; tanto da meritarsi un posto di primo piano nella vetrina della cartoleria.
E’ proprio davanti a questa che un giorno passerà Robert Sherman, un americano appassionato di Shakespeare che ha lasciato la carriera di avvocato per inseguire il suo sogno, quello di insegnare letteratura inglese all’Università; ed è per questo che adesso si trova a Parigi, per un incarico alla Sorbonne. Puramente casuale invece, è il suo passaggio in rue de Dragon durate il quale vede esposto La tigre azzurra. Anche Robert Sherman entrerà come un uragano nella cartoleria e nella vita di Rosalie, sostenendo che quella è la sua storia e accusando di plagio l’autore.
Rosalie si troverà d’un tratto in mezzo a due fuochi, quello di Max e quello di Robert, non sapendo più a chi dei due credere. Solo alla fine scopriremo cosa si nasconde davvero dietro a La tigre azzurra, che sarà soprattutto una storia di amore, di amicizia e di un nuovo inizio per tutti.
La critica
Nicolas Barreau con delicatezza ci racconta una storia semplice nella quale il protagonista indiscusso è l’amore che muove i fili dei tre personaggi principali e muove anche noi, trascinandoci fino in fondo negli serie di eventi che animano le righe del testo.
La prosa è scorrevole ed intrisa di una leggera ironia che ci fa appassionare alle vicende dei protagonisti senza annoiarci.
Splendide sono le descrizioni di Parigi che ci danno l’impressione di passeggiare davvero per le vie della capitale francese facendoci credere di essere li, ma soprattutto convincendoci che Parigi è sempre una buona idea, per davvero.