La banda degli amanti, il ritorno dell’Alligatore nell’ultimo libro di Massimo Carlotto
Con La Banda degli amanti Massimo Carlotto ripropone ai suoi lettori la storica e fortunata figura dell’investigatore senza licenza Marco Buratti, in arte “l’Alligatore”. Ritornano in questo volume personaggi conosciuti soprattutto dai più accaniti lettori di Carlotto. Oltre al citato Buratti, l’Alligatore, ritroviamo il contrabbandiere e rapinatore milanese Beniamino Rossini e Max La Memoria. Inoltre, ritorna la mente criminale di Giorgio Pellegrini, già protagonista nel libro che di gran lunga preferisco di questo autore Arrivederci amore, ciao.
La trama
Questa volta i nostri dovranno indagare sulla scomparsa di un tranquillo professore universitario di Padova, Guido Di Lello. Sarà la ricca amante segreta del professore scomparso, Oriana Pozzi Vitali, a pagare Marco Buratti affinché scopra cosa sia realmente successo e se il professore amato sia ancora vivo. Durante le indagini l’Alligatore incontrerà Giorgio Pellegrini che lo porterà nella pista giusta per capire l’incredibile vicenda che accompagna la scomparsa dell’uomo. In questa storia ha una sua parte pure un poliziotto un po’ anomalo, Giulio Campagna, un poliziotto che non segue sempre le regole e che assume un ruolo non secondario nella vicenda raccontata da Carlotto.
La critica
A parte l’inizio del libro che appare un po’ caotico, non chiarissimo soprattutto per quei lettori che non conoscono i libri precedenti dedicati a l’Alligatore, per il resto la narrazione risulta semplice, la scrittura scorrevole e in linea con tutti i principali volumi gialli che hanno per protagonista Marco Buratti. La storia appare non propriamente originale, tuttavia la grande esperienza di Carlotto rende sempre avvincente l’indagine dell’Alligatore, una indagine che, pagina dopo pagina, assume un buon ritmo con alcune interessanti sorprese e alcuni passaggi ironici e divertenti. Non mancano dei giudizi duri verso il nord-est spesso descritto come ambiguo, violento e falso, dimostrando ancora una volta come Carlotto nei suoi volumi legga con attenzione le criticità del proprio territorio. Un nord-est dove tradimenti, storie di amanti e quant’altro, fanno da sfondo spesso alle azioni della malavita organizzata. In questi momenti si fa fatica, tutto sommato, a distinguere il romanzo dalla realtà di oggi che, specie nel Triveneto, regala spesso ai giornali non poche notizie di cronaca nera. Un libro che si legge velocemente, che svela solo praticamente alla fine tutta le verità sulla vicenda accorsa al professore di Padova, in un finale un po’ rocambolesco e, almeno in parte, prevedibile. A contorno delle ultime pagine del libro, una Padova un po’ razzista e un po’ falsa dove forse anche il nostro Alligatore, fra un bicchiere e l’altro di calvados, non si trova più a suo agio, i tempi probabilmente stanno cambiando e il nostro esperto protagonista lo capisce con un certo rammarico.